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MORIA FALLS |
The long goodbye |
autoprod. |
1995 |
UK |
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Capita spesso, durante la nostra opera di recensione, di incontrare dei dischi dalle caratteristiche ben delineate per i quali l'espressione di un giudizio completo e definitivo, sia esso positivo o negativo, risulta tuttavia un'impresa quanto mai difficoltosa ed impegnativa. Il lavoro dei MORIA FALLS può senz'altro essere incluso nella casistica sopra citata. Le caratteristiche principali di quest'opera sono infatti tali da collocare "The long goodbye" nell'ampia, ed oramai esaurita, vena stilistica del new-prog inglese più commerciale, della quale è oramai stato detto tutto da band quali IQ, Pendragon, Galahad, ecc. Non è sicuramente un caso che la produzione di questo lavoro sia di dive Nolan, la cui presenza sembra standardizzare i numerosi lavori ai quali ha partecipato sia come musicista che come manager-produttore. Il principale merito dei MORIA FALLS è senz'altro quello di aver resistito in parte a quella spinta "commercializzante" che la presenza di Nolan sembra imprimere a molti CD a cui ha partecipato, proponendo dei pezzi con ottimi spunti musicali quali "Traveller" o "Perfect World". Personalmente, sono propenso a collocare questo lavoro nel "limbo dei molti", quella zona in cui vengono poste quelle opere di cui non si può parlar male ma che, sinceramente, non sono neanche da esaltare. Per gli appassionati del new-prog inglese quest'uscita costituirà un evento imperdibile ma, per chi interpreta il progressive in maniera diversa, il mio consiglio è di meditare profondamente sui litri di bile che le 35.000 lire perse potrebbero far secernere...
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Giovanni Baldi
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