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MARASCOGN L poet e la vivana Lol Productions / Union di Ladins de Fascia 2008 ITA

Lungamente atteso, più volte rimandato per avversità di ogni genere, è finalmente realtà il nuovo CD dei Marascogn. Davvero il diavolo pareva averci messo la coda, specie quando sono sorti problemi alla divina voce di Angela Chiocchetti, ma tutto si è risolto per il meglio: peripezie e contrattempi sono ormai alle spalle, e assolutamente non si ravvisano nell'accuratezza di questa release.
Fin dall'avvenente digipack i Marascogn hanno fatto le cose in grande, e l'ascolto rivela un ensemble consapevole e motivato. Infatti, nelle intenzioni del leader, Fabio Chiocchetti, "L poet e la vivana" dovrebbe costituire una sorta di summa di trent'anni di attività: il CD assolve in maniera egregia a tale compito, toccando e talora superando gli altissimi livelli già raggiunti con "Fior e foa, reisc e magoa". La line-up comprende gli "storici" Fabio Chiocchetti (voce, chitarra, viola da gamba), Angela Chiocchetti (voce), Adriano Zanon (flauti, clarinetto) e Lorenzo Galbusera (contrabbasso), cui si aggiungono, come nel precedente CD, Davide Monti (violino), Margherita Dal Cortivo (violoncello) e Gabriele Micheli (spinetta), fino alle novità costituite da Maria Cleary (arpa) e dal figlio di Angela, Biju Vadagnini (flauti). Vi sono poi vari altri partecipanti, più occasionali ma comunque preziosi.
"L poet e la vivana" è concettualmente una riflessione - dai toni spesso amari - su Natura e Cultura, due ambiti forse in rapporto conflittuale, tuttavia accomunati dall'essere entrambi violentati dalla cecità dell'uomo contemporaneo. Dal punto di vista musicale si permane nel solco rinascimentale e barocco già tracciato da "Fior e foa", accentuandone un poco la seconda componente. Il disco si può scindere in due metà: le prime sei tracce sono più concise e immediate, le successive sei risultano più lunghe ed elaborate. Subito un bel tuffo nell'antico con l'"Ave Maria" del Minnesänger Von Wolkenstein, cui seguono tre composizioni di Chiocchetti su testi di Luciano del Garber (un po' il suo... Mogol!). Il malinconico universo del poeta trova ideale rappresentazione nelle intimistiche partiture di Fabio; straordinaria per virtuosismo e carica emozionale l'interpretazione di Angela in "En an". Uno dei pochi frangenti davvero ludici è un inedito di Luigi Canori: "Sauta soricia" ("Corri topolino"), divertissement quasi onomatopeico, lontano dal banale. Nella seconda parte del lavoro brillano sideralmente gli oltre sei minuti di "A mie pitl strument", una sorta di 'ode alla ghironda' che evoca un clima ancestrale e che poi si arricchisce ritmicamente, coinvolgendo e trascinando non poco. "L lament de le vivane" è paradigmatico nell'estrinsecare l'essenza profonda dell'opera; il pezzo approda con naturalezza allo strumentale "Pian dal bal", e qui il Fabio Chiocchetti compositore ha davvero superato se stesso, forgiando una deliziosa ballata per arpa, violino e fiati dal vago sapore celtico, che poi si tramuta in un'epica cavalcata... Da brividi! E la pelle d'oca certo non se ne va: il triste lamento di "Adio Moena" è incredibilmente ispirato, e tocca un tema condivisibilissimo, ossia l'imbruttimento estetico e l'abbrutimento morale di una Moena ormai irriconoscibile. Toccante il songwriting di Fabio, che sfrutta al meglio la spinetta e il violoncello; perfetta la drammaticità del cantato di Angela. L'incisivo pianoforte di Paolo Bernard contrassegna "Giö l scoite vosc descors"; il cerchio si chiude con un pezzo storico, lo struggente "El bast del prejonier", che mi porge il destro per le considerazioni finali.
Opera della maturità, in cui predomina la malinconia, lo sconforto derivante dalla perdita dei valori di un tempo, "L poet e la vivana" vorrebbe fungere da 'testamento spirituale', da epitaffio di un viaggio adesso concluso. La speranza è che la premiata ditta "Chiocchetti Bros. & C." ci ripensi: il mondo ladino e più in generale quello musicale hanno tuttora bisogno delle loro raffinate evoluzioni.

 

Francesco Fabbri

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