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MEGAN QUARTET Roadside picnic MKDK 2008 EST

La musica è qualcosa di assolutamente libero, che esiste nel momento in cui viene suonata, indipendentemente dal supporto fonografico che ci permette di riprodurla, e se nessuno la fissa su uno spartito o la cattura in una registrazione si rischia di perderne qualsiasi testimonianza, cosa che purtroppo è avvenuta per molti artisti estoni ai tempi della repressione sovietica. Il jazz riflette questo spirito di libertà con le sue improvvisazioni, i grandi momenti live, con la sua imprevedibilità, che comunque non ci impediscono di riconoscere le caratteristiche peculiari e la personalità del singolo artista. Questo album sa di libertà, non solo per le forti contaminazioni jazz e per la struttura anarchica ed impulsiva della musica ma anche perché la sua storia va in un certo senso di pari passo con quella dell'indipendenza del paese in cui ha visto la luce.
L'Estonia raggiunse la libertà dal regime dell'Unione Sovietica il 20 Agosto del 1992 e la stesura di questi pezzi iniziò proprio in quel periodo e si protrasse fino al 1997. Mentre crescevano le idee per la realizzazione di questa musica si arrivava, nel 1994, all'espulsione di tutte le truppe russe dal territorio estone. Nel 1998, quando terminavano le registrazioni di quest'album, l'Estonia entrava finalmente nell'Unione Europea. Il missaggio è avvenuto fra il 2000 ed il 2008 e nel frattempo l'Estonia, era il 2004, entrava nella NATO. Ci sono voluti in sostanza 16 anni per arrivare alla realizzazione di questo disco, come tanti anni sono trascorsi in questo lungo cammino dell'Estonia.
Questo album è anche il primo dei Megan Quartet contenente pezzi registrati in studio, anche se l'attività del gruppo, soprattutto dal vivo, è sempre stata molto intensa, cosa che ha permesso a questi musicisti di guadagnarsi una certa fama localmente. Non a caso la mente del progetto, l'eccentrico Tarvo Kaspar Toome, è complice delle più interessanti produzioni musicali estoni di stampo jazz-avant-prog del momento e ricordo in questo senso band come Beggars Farm, Luarvik Luarvik e Lippajad (uno dei suoi progetti più recenti). Fino ad ora erano disponibili solo un paio di album, entrambi contenenti registrazioni dal vivo. Il primo era stato pubblicato nel 2000 a nome Megan Project ed il secondo, intitolato "Are You Insured" risale al 2003 e raccoglie una serie di registrazioni effettuate in diverse occasioni. In relazione alla sua lunga gestazione ci troviamo di fronte ad un album non omogeneo che ci permette di apprezzare i diversi aspetti di questa band. Da una parte troviamo pezzi che mostrano un approccio diretto, piuttosto essenziali e graffianti nel loro sound, e che riflettono lo spirito live della band, dall'altra troviamo pezzi suonati con grande pulizia, in cui si mostra una particolare attenzione verso i dettagli. Il gruppo stesso ama paragonare la propria musica ad una passeggiata in bicicletta, come è spiegato all'interno del booklet: pedalando lentamente ci si può soffermare sui particolari del paesaggio mentre andando veloce si perdono tutti i dettagli ma si può godere della sensazione piacevole della corsa e dell'ebbrezza della velocità. Per questo la bicicletta è diventata il logo dei Megan Quartet.
Ecco quindi che la band si divide fra improvvisazione ed avanguardia e jazz rock colto, passando dalle vigorose pedalate di "The Sense of Presence", una lunga traccia di 17 minuti in cui i suoni si fanno potenti, distorti ed anarchici, alla rotondità e alla minuta complessità di "In Russian", con il suo approccio Canterburyano, il suono magnetico del piano elettrico ed il martellare ritmico, delicato e fitto, sui piatti della batteria. Qualsiasi sia l'approccio della band la musica presenta sempre delle belle dinamiche che la rendono viva ed interessante. Il fatto stesso che questa musica sia esistita a lungo in una dimensione live e che solo successivamente sia stata fissata su supporto fonografico la rende una cosa viva e libera. Se sarete così fortunati da trovare l'album "Are You Ensured" (purtroppo fuori catalogo) potrete fare anche dei confronti con le versioni live, registrate a Tallinn nel 2000, di due canzoni presenti in questo album e cioè "In Russian" e la traccia di apertura "Threesome". Le versioni qui proposte sono antecedenti e registrate rispettivamente nel 1997 nello studio della fabbrica di musicassette e nel 1998 negli studi della radio estone.
Al di là del fascino della musica, che appare tanto sofisticata quanto anarchica, questo album ha un interessante valore documentale e delle peculiarità che derivano dall'influenza dei grandi gruppi estoni degli anni Settanta. Troviamo aperture psichedeliche, sonorità fredde ed essenziali, bei momenti jazz con un sax irrequieto e percussioni vivaci. In questo senso l'ultima traccia, la title track, è molto particolare e comprende momenti di vuoto strumentale, dominati da un piano scheletrico e dal basso, e fughe guidate dal sax, con l'inserimento delle congas ad intiepidire l'atmosfera. Un altro bel disco proveniente dall'Estonia che spero riuscirà a trovare la giusta visibilità.

 

Jessica Attene

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