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MARSUPIAL Genus thylacinus Marsupialmusic 2009 USA

A fini descrittivi può anche essere utile trovare delle “etichette” per far capire che tipo di musica propone un gruppo, ma ultimamente si sta esagerando e parlare di prog o rock “eclettico”, come accade spesso negli ultimi anni, sfiora quasi il ridicolo. La realtà dei fatti è semplicemente che ci sono in giro non pochi artisti che riescono a presentare una proposta musicale ricca di contaminazioni o delle più svariate influenze, al punto che individuare un genere ben preciso entro cui “costringerli” è del tutto impossibile. Prendiamo il caso dei MarsupiaL. Si tratta di una band statunitense del North Carolina, attiva dal 2000 e composta da Ian Reardon alla chitarra e alla voce, Forrest Smith alla chitarra, Brad Mehder al basso e Chris Carter alla batteria e alla voce. Già, niente tastiere… Ma spero che voi lettori abbiate ormai capito che non è necessario fare uso di tastiere per essere inclusi o avvicinati al progressive rock. In effetti, il prog è solo uno degli elementi che possiamo ritrovare in “Genus thylacinus”, album in cui emergono le capacità dei MarsupiaL di far avvicinare rock energico, lunghi passaggi strumentali degni delle migliori jam-bands, melodie vocali intriganti a volte elegantemente moderne, a volte più vicine alla tradizione americana, senza disdegnare incursioni nel progressive e nel jazz-rock. Immaginate un punto dove idealmente si incontrano Pink Floyd, Phish, Allman Brothers Band, Dire Straits e Radiohead, in cui si alternano situazioni strumentali oniriche e misteriose, chitarre elettriche fluide che elargiscono solos vibranti e che si incrociano e si danno il cambio alla guida dei brani, momenti cantati diretti ed orecchiabili, lunghi momenti strumentali dettati dalle capacità di improvvisazione dei musicisti, spunti melodici di immediato impatto e persino slanci di una certa aggressività… Immaginate tutto questo e potrete avere una idea più o meno vaga della proposta dei MarsupiaL. Certo se il vostro mondo è fatto solo di mellotron, prog sinfonico, new-prog, fate e gnomi, non credo che questo prodotto possa interessarvi. Ma se vi piacciono quei gruppi capaci di ruotare a 360° e sempre con risultati convincenti, questo disco potrà rappresentare una piacevolissima scoperta.



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Peppe Di Spirito

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