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MIDAS 25th anniversary concert & early rare tracks Musea 2009 JAP

E riecco anche i Midas! Ad oltre venti anni di distanza dal celebre album “Beyond the clear air”, vero gioiello per appassionati di rock sinfonico e mai superato dai successivi lavori dell’ensemble giapponese, la Musea pubblica questo interessante cd suddiviso idealmente in due parti (o due sides, i vecchi “lato A” e “lato B” degli LP, come indicato nel libretto): le prime cinque tracce sono tratte da un concerto tenuto il 19 ottobre del 2008 ad Osaka, in occasione del venticinquesimo anniversario del gruppo; invece, i seguenti quattro brani sono registrazioni inedite risalenti ai primissimi anni di attività. Per quanto riguarda il materiale live, diciamo subito che viene fuori bene lo spirito della band, capace di sprizzare energia sia con slanci sinfonici, con le classiche tastiere altisonanti, sia con spinte più robuste, spesso dettate dalla chitarra elettrica. I musicisti si possono dilettare, così, in un progressive vigoroso, “esibizionista” al punto giusto, con ritmi corposi ed ampi spazi strumentali dove mettere in mostra la loro abilità. Gli interventi del violino di Eigo Utoh rendono ancora più pregevole il tutto e a tratti la mente può volare e pensare a gruppi come PFM e Curved Air, o anche agli Outer Limits, connazionali dei Midas. Le incantevoli melodie di “Through my heart” possono persino rimandare ai Wolf di Darryl Way, mentre la splendida e sinfonica “The slough of despond” è l’unico estratto del citato “Beyond the clear air”. Andando ad esaminare, poi, le tracce inedite del periodo 1983-1987, notiamo come la prima di esse sia una personale rivisitazione dell’immortale “Toccata e Fuga” di Bach, con tastiere e violino a incrociarsi e inseguirsi su ritmi spediti e impetuosi. Seguono altri due strumentali, “Illusional landscape”, meravigliosa composizione in cui emerge tutta l’inventiva del gruppo, tra romanticismo prog e immancabili influenze classicheggianti, e “Knights in the night”, quasi dal sapore Yes. Infine, la conclusiva “Views of my childhood” inizia con un piano elegante in evidenza e delicate melodie vocali, per poi crescere pian piano di intensità, toccando il culmine con un magico ed ispirato violin-solo. Queste vecchie rarità soffrono solo di qualche difetto audio con un fruscio di sottofondo dettato dall’epoca e dalle strutture utilizzate per inciderle, ma la loro qualità musicale è buona e ci permette di scoprire un nuovo interessante capitolo della storia dei Midas. Concludendo, davvero un bel documento che farà la gioia di chi ha nel cuore il progressive giapponese degli anni ’80.


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Peppe Di Spirito

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