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LA MUJER BARBUDA Musica para cuando aparece un monstruo autoprod. 2008 ARG

Questo disco è senza dubbio utilissimo: mettiamo che all’improvviso comparisse un mostro… cosa fareste? Potreste scappare, è vero… ma nel caso questo fosse impossibile? Mettete almeno una bella colonna sonora per l’evento! Sarebbe proprio una splendida idea, specie se la musica è quella che questa stravagante formazione argentina, qui al suo esordio discografico, ha studiato per una simile occasione. Non so se la moglie del bassista, leader e compositore di tutta la musica di questo album, Franco Fontanarrosa, abbia davvero la barba, come qualcuno ha ironizzato, ma c’è un detto che dice “donna barbuta, sempre piaciuta” ed è anche per questo che la musica di questo gruppo, oltre ad essere di estrema utilità per i motivi appena descritti, è davvero bella. Non so perché questo disco sia sfuggito alle nostre attente orecchie e all’attenzione degli appassionati (si trovano notizie praticamente solo sui siti argentini) ma con questo breve articolo vorrei rendergli un po’ di giustizia, visto che un’uscita così non merita assolutamente di passare inosservata. La formazione è compatta ed essenziale e comprende, oltre al già citato Franco, Martín Pantyrer (sax e clarinetto), Sergio Alvarez (chitarra) e Lulo Isod (batteria e altri oggetti). Il sound invece è tutt’altro che asciutto e soffre decisamente di nervosismo e instabilità di carattere. A volte non è proprio semplice mantenere la calma con l’apparizione dei mostri e forse è per questo che, dopo aver tentato artifici atti a distrarre, come trombette, versi e rumori vari, ognuno inizia a percorrere una direzione diversa, suonando in maniera scomposta e alienandosi nel contesto di un ambiente musicale a dir poco anarchico. Ma non temete, non c’è solo caos qua dentro: quando la band dimostra unità la musica diventa potente e graffiante anche se non perde mai la sua verve grottesca fornita soprattutto dai gorgheggi, i barriti ed i ruggiti dei fiati e ovviamente dalle geniali mutazioni Zappiane. Ironia ed aggressività si mescolano in questo impasto di hard prog acido, avanguardia e jazz con una forte attitudine live, a volte movimentato da puntate free. Una sveglia base di basso e batteria fa da costante sostegno alle improvvise cascate di suoni imbizzarriti, con riferimenti che possono far pensare ai Primus, e la chitarra Frippiana è una specie di frusta che mette tutto in movimento, contribuendo a fornire, all’occorrenza, la giusta dose di rumore. I pezzi sono dotati tutti di una potente fantasia che permette il fluire, nella testa dell’ascoltatore, di immagini mentali come in un colorato e folle film di animazione. Questo aspetto, unito ad una costante vena ironica, contribuisce a rendere tutto più leggero, nonostante la complessità di una musica non sempre scorrevole e malleabile e proprio qui sta secondo me il segreto: con un pizzico di sarcasmo e un umore ben disposto persino l’apparizione di un mostro non è poi un evento così tragico.


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Jessica Attene

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