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CRISTIANO MUSSI |
Tocca la luna |
autoprod. |
2011 |
ITA |
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Protagonista la chitarra! Dopo averlo già apprezzato in “Tilt”, torniamo ad occuparci di Cristiano Mussi, un musicista il cui nome non è molto presente nelle cronache prog, ma che continua umilmente a lavorare sodo, sfornando musica all’insegna della qualità. Una qualità guidata dalla sua abilità riscontrabile sia in buone capacità compositive, sia in esecuzioni convincenti. Dicevamo della chitarra… Alternando e miscelando il sound elettrico e acustico che lo strumento riesce ad offrire (e impegnandosi occasionalmente anche al flauto), in questo nuovo lavoro, Mussi ci presenta quattro “minisuite”, formate da più segmenti.
L’incipit è subito da brividi con “Il lago / Margherite e sogni / Mondi sospesi”, dodici minuti molto raffinati, con la chitarra elettrica pulita a disegnare eleganti melodie. La vena malinconica e mai pesante della composizione è sorretta anche da parti cantate efficaci e fa venire in mente maestri del passato inglese e italiano (Genesis, Camel, Locanda delle Fate). Splendido il guitar-solo che parte verso gli otto minuti e si protrae fino alla conclusione, fluido e coinvolgente, che mostra tutto il buon gusto romantico dell’autore. Si cambia registro con la seconda traccia, intitolata “In viaggio / L’attesa / L’angelo / Il viaggio (reprise)”: qui la proposta si fa più movimentata, con ritmi più sostenuti ed uno stile più knopfleriano, che rievoca i Dire Straits di “Sultans of swing” e “Lady writer”. I cambi di tempo e di atmosfera contribuiscono a mantenere una chiara inclinazione verso il progressive e, tra pause ed accelerazioni, con una parte centrale più riflessiva e dai tratti cantautoriali, anche questi otto minuti passano piacevolmente in un baleno. L’apertura dal colore blues de “Il sognatore / Rituali / L’eco senza fine” è solo uno dei molteplici sapori che si trovano in questa composizione, in cui si ravvisano anche tracce di pulsazioni floydiane, dolcezze mediterranee e reminiscenze di PFM. Infine abbiamo “Solitaire / Interludio / Petali al vento”, che gode di una partenza vivace, con la chitarra che viaggia spedita ed un sound graffiante. Ma ecco che le splendide dinamiche portano ad un cambiamento verso i due minuti e mezzo: sonorità semiacustiche, arrangiamenti intriganti ed un riuscito mix di rock romantico che mi riporta alla mente, di volta in volta, Genesis, Anthony Phillips, Mike Oldfield, Wigwam, Finisterre. Paragoni se ne possono fare a bizzeffe e non so se e quanto le influenze citate siano volute dall’autore. Segnaliamo anche i collaboratori di cui si è avvalso Mussi in “Tocca la luna”: Sergio Cina alla chitarra ritmica, acustica e classica, Flavio Marini al basso e Marco Goggi alla batteria, percussioni e backing vocals.
E’ un peccato che si parli poco di questo musicista. Il problema della visibilità, anche ristretta al già elitario mondo del progressive, è comune a moltissimi artisti che si cimentano in questo campo. Cristiano sta dimostrando ampiamente il suo valore in composizioni ed album di squisita fattura e l’augurio non può che essere che se ne accorgano sempre più appassionati.
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Peppe Di Spirito
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CRISTIANO MUSSI |
Tilt |
2008 |
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