|
LE MASCHERE DI CLARA |
Anamorfosi |
Black Widow |
2011 |
ITA |
|
"L'Anamorfosi è la tecnica di dissimulazione di una figura o di un oggetto deformandolo.
La forma reale originaria potrà essere riconosciuta soltanto osservando l’oggetto o la figura deformati secondo una particolare prospettiva o attraverso uno specchio deformante."
In effetti “Anamorfosi”, primo lavoro delle Maschere di Clara, è un disco sfuggevole e di difficile interpretazione. A cominciare dalla formazione, alquanto anomala, priva di chitarre e composta da Lorenzo Masotto (pianoforte, basso, voce), Laura Masotto (violino, voce) e Bruce Turri (batteria, voce) e supportati in un paio di brani dal violino di Nicola Manzan, in arte Bologna Violenta. Una formazione che, a dispetto degli strumenti, è capace di esprimere un sound opprimente e pesante. Sebbene siano basso e batteria a costruire le fondamenta per tale muro sonoro, è il violino, brutale, furioso, quasi sempre distorto, che incupisce ancor più il tutto fino a renderlo claustrofobico. Nei momenti più introspettivi è invece il pianoforte a rubare la scena. Lo fa con intermezzi che, a dire il vero, risultano abbastanza stereotipati. In tale contesto i testi vengono quasi sempre declamati con tale sfacciataggine e veemenza da risultare credibili e, in fin dei conti, dobbiamo riconoscere la loro “coerente coesione” con la musica. Questa è un connubio alquanto strano di Noise Rock della metà anni ‘90 e il prog italico più oscuro (Cervello, Museo e Il Giro Strano). Tentando un’affrettata definizione senza una approfondita lettura si potrebbe etichettare la band come una rivisitazione, in chiave progressive, dei Marlene Kuntz. Viene di conseguenza che le Maschere puntano fortemente sull'impatto sonoro e sull'immediatezza della loro proposta. La scelta della strumentazione limita molto le possibili soluzioni sonore a disposizione della band che, quindi, si concentra maggiormente verso tonalità cupe e funeste. In linea con il titolo, guardando questa facciata ruvida da una differente prospettiva, riscopriamo un'anima classica e barocca. Un'anima vanitosa a cui piace specchiarsi e rimirarsi, innamorata del bello. La musica di “Anamorfosi” è quindi il risultato di due approcci musicali agli opposti e il risultato tende ad essere un’entità ibrida che, da qualsiasi punto di prospettiva venga valutata, non accontenta nessuno: troppo monocorde e scarna per i cultori del prog, troppo pretenziosa e ampollosi per gli altri. Ad ogni modo, quello che traspare dall'ascolto dell'album è che questi tre musicisti credono nel loro progetto, a dispetto di tutto e tutti. Il risultato finale sembra davvero essere in linea con le loro potenziali finalità. Sta quindi a noi decidere se tutto ciò è di gradimento. Personalmente le Maschere hanno conquistato le mie simpatie. E’ vero, la loro proposta è un ibrido un po’ ruffianotto. E’ anche un po’ monocorde ed alla lunga tende forse ad annoiare. Le Maschere di Clara però possiedono due doti oggigiorno molto rare: la vitalità e la personalità.
|
Francesco Inglima
Collegamenti
ad altre recensioni |
|