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Questo disco dal vivo della svedese Mats/Morgan Band, registrato nel giugno del 1999 in un club di Stoccolma, era stato originariamente pubblicato nel 2001, ma solo di recente ha visto, finalmente, la ristampa grazie all’opera della Cuneiform Records. All’epoca il gruppo era attivo già da diversi anni e aveva ormai sviluppato in pieno un sound personale, una propria identità che partiva dalle pluridecennali esperienze di Frank Zappa, per districarsi attraverso “progg svedese”, jazz-rock, tentazioni classicheggianti e musica colta in un’apoteosi strumentale che ha catturato l’attenzione soprattutto di chi ama le acrobazie e i virtuosismi di quelli che possono essere considerati veri e propri maestri. Sul palco Mats Öberg alle tastiere e Morgan Ägren alla batteria sono coadiuvati da Jimmy Ägren (chitarra), Tommy Thordsson (basso) e da altri due tastieristi, Eric Carlsson e Robert Elovsson. Un ensemble di talenti capaci di tutto con i rispettivi strumenti, grazie anche all’ampio parco tastiere che permette di far uscire i suoni più vari e la perfetta amalgama tra loro emerge in pieno in sede live con un repertorio di tutto rispetto. Il primo pezzo proposto è “Hollmervalsen” e rappresenta al meglio ciò che il gruppo è capace di fare: ritmi sempre forsennati e pronti a mille variazioni, tripudi di tastiere, aperture sinfoniche, veloci spunti della chitarra elettrica blueseggiante e delicati equilibri zappiani che fanno capire la tecnica mostruosa dei musicisti si protraggono per quasi dodici minuti. Seguono altre dieci tracce, che vanno dal jazz-rock originale e frenetico di “En schizofrens dagbok”, in cui l’apparato percussivo detta legge, alle altre cavalcate “Ta ned trasan” (che presenta, tra le varie cose, intriganti punti di contatto col mondo di Canterbury, sezione National Health e dintorni) e “Kintörnen”, dalle continue evoluzioni di “Jigsaw variations”, ritmi potenti e attitudine vagamente jazzistica, alle bizzarrie funk di “Guardian pitch” e “Min häst”, passando per mille altre diavolerie. Anche se si è sempre notata una certa voglia di mostrare a tutti i costi e con composizioni di una certa complessità, interamente strumentali, la propria bravura, non possiamo che elogiare in tutto e per tutto la proposta di questo gruppo svedese, in grado, nonostante l’altissimo tasso tecnico ed una discreta quantità di autocompiacimento, di incantare e di elargire ampie dosi di feeling e di coinvolgimento. D’altronde era stato lo stesso Zappa, loro massima fonte di ispirazione e uno che tanto tenero con i colleghi non lo è mai stato, a “benedire” (“Suonano in maniera incredibile”) la Mats/Morgan Band, che in ogni album ha dimostrato pienamente di meritare i complimenti del Maestro.
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