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MINUTIAN |
Repercussions |
autoprod. |
2011 |
FIN |
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Con due chitarre ruvide e taglienti, i finlandesi Minutian esordiscono con un album incentrato su un prog-metal tecnico e pronto ad aperture più melodiche. L’opener “Hole” in cinque minuti è una perfetta presentazione della band: su continui cambi di tempo e di atmosfera gli axe-men Jaakko Jernberg e Jesper Johnson alternano riff granitici, arpeggi e virtuosismi e l’ugola potente di Mikko Heino sa fornire una interpretazione di buona qualità. Ovviamente la sezione ritmica formata da Antti Ruokola e Jouni Mikkola deve impegnarsi in un lavoro non indifferente per garantire le necessarie variazioni a brani che non si prolungano mai eccessivamente, mettendo in evidenza anche le capacità di sintesi del gruppo. Così se “In circles”, dopo l’apertura percussiva, si lancia in quei sentieri tecnologici di cui i Rush sono gli assoluti capiscuola, rendendo magari più robuste certe sonorità, ecco che le composizioni che seguono chiariscono ancora meglio dove i Minutian vogliono andare a parare: in queste tracce, infatti, ci troviamo più Queensryche e Fates Warning che non Dream Theater. L’assenza di tastiere, in effetti, permette ai musicisti di mettere in primissimo piano le chitarre e di evitare quei paragoni solitamente irriverenti e spietati con il Teatro del Sogno. Più particolare il pezzo intitolato “Give in”, che va in sordina, in maniera quasi ipnotica e con una certa raffinatezza, mantenendo per tutta la sua durata una piacevole intensità. Le impressioni, in generale, sono abbastanza positive, si vede che il gruppo ci sa fare e ha le idee chiare, eppure manca quel quid che permetta di sganciarsi davvero da certi stereotipi e cliché tipici del prog-metal. Che i Minutian sappiano suonare si sente chiaramente, ma non basta essere in grado di proporre stravaganti tempi dispari, né si avverte quella personalità che permetterebbe loro di emergere al meglio nel campo che hanno scelto. Le potenzialità ci sono, il disco la sufficienza la strappa pienamente (anche in virtù del fatto che si tratta di un esordio), ma li attendiamo a nuove prove per valutare come si svilupperanno le loro capacità.
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Peppe Di Spirito
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