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MOUTH OF CLAY |
Darkened sun |
Akarma Label/Black Widow Records |
2017 |
SVE |
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La Svezia si conferma una dei paesi europei dove le influenze psichedeliche e hard rock anni settanta sono tra le più marcate. Questi Mouth of Clay, nel giro delle band scandinave, sono abbastanza conosciuti essendo sulla scena, sebbene con diverse vicissitudini, da quasi 20 anni. Rispetto ad altri lavori dello stesso genere, la peculiarità di questo “Darkened Sun” è che non esce per etichette locali tipo Transubstans (motore trainante di tutta la scena scandinava hard blues) ma per la nostrana Akarma con distribuzione Black Widow. In realtà questo doppio CD contiene praticamente materiale prodotto in quindici anni di registrazioni. Praticamente tutta la produzione del gruppo, a partire dai demo registrati su un 4 piste che si trovano sul primo CD (“Color of Utopia“ e “A New Beginning”) fino al lavoro “What Have You Got To Lose?” presente sul secondo dischetto. Un’ora e mezza di musica tirata, diretta, senza fronzoli che, anche partendo dallo hard rock blues anni ’70, riesce a risultare attuale grazie alla voce di Jocke Ericsson che, inserendosi su un tappeto sonoro che ricorda spesso Deep Purple, Uriah Heep e i maestri del genere, con il suo timbro vocale ci ricorda atmosfere spesso simili a quelle create del compianto Chris Cornell dei Soundgarden o spesso anche a quelle di Leslie West dei Mountain. È comunque la chitarra di Hawkan Englund la vera protagonista di questo doppio lavoro. Riff azzeccati quasi in ogni pezzo, suoni grezzi e pesanti, dove, a tratti e con le dovute differenze, sembra di ascoltare il Ritchie Blackmore dell’era Rainbow. L’insieme risulta compatto e omogeneo. Non sembra nemmeno che quello che abbiamo tra le mani sia il risultato di quindici anni di storia musicale. Le composizioni sembrano avere tutte lo stesso piglio e la stessa bella dinamica e anche se nel corso degli anni ci son stati cambi di formazione, soprattutto nella sezione ritmica, la musica non sembra averne risentito. Molto belli e azzeccati gli interventi di organo Hammond B3 fatti da John Lindholm. Non solo la produzione musicale è stata curata in Italia, ma è opera di una nostra connazionale, Alessandra Barucchi, anche la bella copertina di questo digipack. Curiosità: su Youtube ci sono parecchi video postati dal primo batterista del gruppo che, pur avendo perso un braccio, è una vera e propria macchina da guerra. Un lavoro che è molto interessante e che piacerà sicuramente a tutti gli appassionati visto che ha in sé tutte le caratteristiche musicali peculiari del genere di riferimento. Onore alla Akarma per averlo portato alla nostra attenzione.
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Antonio Piacentini
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