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RIGEL MICHELENA Bartok's room Musea 2001 VEN

L'album di questo giovane chitarrista (e polistrumentista) venezuelano può essere inserito tra i dischi Prog solo nella misura in cui possono esserlo quelli di artisti come Pat Metheny o Allan Holdsworth. Si tratta in effetti di jazz-rock basilarmente, anche se con un accento meno marcato sulla componente jazz/fusion in favore di una ruvidezza del suono e di un approccio più eclettico. Tecnicamente non si possono fare grandi appunti e anche la gradevolezza della proposta è buona, per lo meno nei brani più fusion. Nulla di eccezionale e nulla di nuovo rispetto ai soliti canoni del genere, ad ogni modo. I pezzi più elaborati stilisticamente, quelli che si allontanano un po' da detti canoni meritano menzione per la voglia che il musicista ha di costruire qualcosa di personale, ma a mio avviso soffrono nella resa finale, in quanto non vanno molto al di là di un "vorrei... ma non riesco a dirlo", oltre al fatto che entrano in gioco batteria elettronica e campionamenti vari che hanno un effetto di disturbo non indifferente. In definitiva si tratta di un album che potrà interessare i completisti del genere, ma che per un Prog fan medio non presenta grossi elementi d'interesse.

 

Alberto Nucci

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