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MUSEO ROSENBACH |
Exit |
Carisch |
2000 |
ITA |
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Levatevi dalla testa di ascoltare un secondo Zarathustra! Questa è stata la frase ricorrente da quando Alberto Moreno ha deciso di rispolverare il nome del Museo, recuperando il suo vecchio compagno d'avventure Giancarlo Golzi. La genesi di questo disco è stata lunga e laboriosa ed il risultato andava configurandosi sempre di più come pop sinfonico, ben lontano quindi dai cerebralismi di "Zarathustra". Ecco... forse l'errore più grave è stato proprio quello di utilizzare il nome del Museo Rosenbach perché questo provoca inevitabilmente accostamenti pericolosi, risultando in sostanza penalizzante. Se il gruppo si fosse chiamato in altro modo saremmo invece qui a parlare di un gran bel disco. Cerchiamo quindi di dimenticarci "Zarathustra", una volta per tutte; "Exit" è, a mio parere, un gran bel disco di pop non commerciale elegante, con bellissimi spunti sinfonici qua e là. "Il terzo occhio", "Tuareg", "Il re del circo" (davvero bella!), "Un porto nel sole".... sono i titoli dei brani che riescono maggiormente ad emozionare ma l'album scorre via come un tutt'uno in cui le singole canzoni sono solo episodi non totalmente staccabili l'uno dall'altro. Il disco ha un feeling molto di classe, i testi e la voce di Andrea Biancheri contribuiscono ad arricchire il tutto; le tastiere, che in origine non avrebbero nemmeno dovuto esserci, a momenti invece assumono un ruolo determinante nell'economia del brano. Insomma... ferme restando le premesse dell'inizio, "Exit" mi sembra un gran bel lavoro; magari non di Prog duro e puro, ma certamente godibile anche per le nostre mellotroniche orecchie e sicuramente ben realizzato... e piacerà anche alla vostra ragazza, ne sono sicuro (magari ditele che c'è il batterista dei Matia Bazar).
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Alberto Nucci
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