Questo cd avrebbero voluto farlo molte etichette, ma solo... due ci sono riuscite. Questo nuovo gruppo francese produce un Prog strumentale che si colloca a diretto ridosso dei migliori gruppi svedesi del decennio passato, tanto che potremmo a tratti scambiarlo per il nuovo lavoro degli Änglagård. L'urlo del Mellotron (o chi ne fa le veci) si fa sentire a lungo e s'inserisce nel contesto di una musica tormentata figlia diretta dei King Crimson di "Larks' tongues in aspic" ma non scevra di contaminazioni jazzate o addirittura zeuhl. Non c'è segno di voce umana, ma non se ne sente la mancanza assolutamente, dato che la musica già riempie abbondantemente gli spazi; anche nei momenti in cui sembra prendersi una pausa, la tensione creata è quasi tangibile. Spunti furiosi, rabbia a stento controllata, calma apparente, uno stato di tensione continua... di tutto questo è composto quest'album, una mini-bomba che è pronta ad esplodere ad ogni secondo.