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NO RULES Where we belong No Rules Music/Transubstans 2006 SVE

Dalla Svezia con ambizione, questi No Rules si presentano come una band intenzionata a farsi strada nel giro del rock sinfonico svedese attraverso idee originali, senza seguire leggi o preconcetti artistici, come il loro stesso nome lascia intuire... La bio contenuta nel disco promette davvero bene e accettiamo sempre di buon grado gruppi risoluti nel voler portare avanti un po' d'innovazione... purtroppo però siamo sempre alle solite: "Where We Belong" è giusto un disco di pomp-rock metal sinfonico, discretamente suonato, originalità zero e con un cantato assai discutibile. Dodici canzoni-cavalcate sinfoniche che riecheggiano un bel po' le gesta di Royal Hunt, Dream Theater, Yngwie J. Malmsteen, scritte sicuramente con grande entusiasmo e convinzione senza però essere del tutto efficaci: le vaghe tendenze "prog" dei No Rules mi sembrano un tantino melense e banali, quando non propriamente sciocchine nel voler ricalcare e riciclare pretenziosamente (senza averne il talento) sonorità ed atmosfere che (in teoria) dovrebbero ispirarsi a Marillion, Pallas, Saga e Yes (con le dovute proporzioni). Le melodie così solari ed ariose di "Where We Belong" rischiano facilmente di diventare stucchevoli ed insopportabili se non alternate da un minimo di chiaro-scuro negli arrangiamenti e nelle sonorità.... Se mettiamo da parte le vocals a volte un po' disastrose di Gustavsson, rimangono i 2/3 dei No Rules, ovvero il batterista Martin Nilsson ed il deus ex machina Tommy Magnusson, chitarrista-bassista-cantante; musicisti tecnicamente ben presenti anche se talvolta un tantino sopra le righe, specialmente il batterista, probabilmente affetto dalla sindrome di Portnoy (ovvero, drumming con tendenze all'esibizionismo più sfrontato). In definitiva, come disco pop-metal "Where We Belong" può ancora attirare l'attenzione di qualcuno, due o tre pezzi decenti i No Rules sono pur riusciti a scriverli, con addirittura una semi-sabbathiana "Who's Crying" a donare un minimo di sana oscurità nella gioiosità al saccarosio che predomina questo cd...

 

Giovanni Carta

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