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LA NUOVA RACCOMANDATA CON RICEVUTA DI RITORNO Il pittore volante AMS/Vinyl Magic 2010 ITA

Un altro nome importante nella storia del rock progressivo italiano torna sulle scene dopo quasi quarant’anni. Era infatti il 1972 quando veniva pubblicato “Per un mondo di cristallo”, disco con cui si mettevano in luce dei musicisti che adottarono il curioso appellativo di Raccomandata Ricevuta Ritorno. Quel lavoro resta negli annali per una certa originalità, in evidenza soprattutto per dinamiche imprevedibili e per parti strumentali mozzafiato in cui si accostavano timbri acustici di chitarra, flauto e sax con scariche di chitarra elettrica e tastiere vagamente sinfoniche, in intrecci adrenalinici di jazz-rock, rock duro e vaghe influenze crimsoniane. Faceva gran bella figura anche il cantante Luciano Regoli, che è il componente del gruppo che maggiormente nel corso degli anni ha fatto parlare ancora di sé, sia per alcuni progetti musicali, sia per la sua affermazione nel campo della pittura.
Ed è stato proprio Regoli che recentemente ha cercato di riportare a galla quella sigla. Il tentativo del vocalist di riformare la band al completo è naufragato abbastanza presto, ma la sua caparbietà e la sua voglia di proporre nuova musica hanno avuto la meglio e trovano riscontro nel cd “Il pittore volante”, pubblicato aggiungendo al nome originale l’etichetta di “Nuova”. Dei collaboratori di un tempo restano il chitarrista Nanni Civitenga, il bassista Roberto Gardin e il batterista Walter Martino, ma numerosi sono i musicisti che partecipano all’opera, tra i quali sono da rilevare anche presenze di spicco quali Lino Vairetti, Claudio Simonetti e Carl Verheyn dei Supertramp.
A differenza di “Per un mondo di cristallo”, “Il pittore volante” non è un concept-album che narra una vera e propria storia, ma contiene comunque nove brani che rappresentano una “interpretazione musicale” di altrettanti dipinti di Regoli, raffigurati sul copioso booklet.
Della “vecchia” Raccomandata resta quella carica dirompente presente nei momenti più aggressivi, che viene modernizzata e a tratti rivitalizzata da un trattamento che spinge verso sentieri prog-metal, ma di quello fatto bene, come dimostra l’opener “Il cambiamento” (emblematicamente aperto dalle note di un gracchiante giradischi che diffonde gli ultimi secondi dell’album del ’72), con le sfuriate chitarristiche (leggermente smussate dall’armonica suonata da Vairetti e dagli interventi del piano), il groove trascinante e le ricche melodie vocali.
L’album, pur mostrandosi scorrevole e omogeneo, si presenta comunque molto variegato e offre diverse sfaccettature: troviamo le melodie da opera-rock di “Il fuoco”, con l’ottima performance vocale di Cristina Cioni che affianca Regoli nel migliore dei modi; “La mente”, che si apre a mo’ di ballad in cui spiccano chitarra acustica e sax, per poi farsi più convulsa; “La spiaggia”, che porta al termine il cd virando più su un versante folk-rock docile e mediterraneo; c’è ancora il pop-rock bizzarro di “L’uomo nuovo”, che ha però un bel finale progressive con tastiere e flauto a darsi il cambio alla guida; si ravvisa addirittura un indirizzo blues-rock sparso qua e là... Restano presenti, quindi, anche tentazioni sinfoniche, come l’introduzione pianistica a “Il vecchio” e certi spunti strumentali (dove si ritaglia interessanti spazi anche il violino) di questa stessa composizione, o la chitarra acustica dal sapore hackettiano che apre “Eagle Mountain”.
Altro punto forte da segnalare è la produzione, che permette suoni limpidi, facendo risaltare positivamente ogni strumento ed anche la voce di Regoli, che si conferma pulita e potente. Quest’opera di rinnovamento di Regoli, mi fa pensare un po’ a quanto fatto da Decamps con gli ultimi Ange: un ringiovanimento senza sminuire o rinnegare il passato, un songwriting maturo, una verve animata da tanta personalità, tanta passione, tanta energia ed anche una qualità musicale notevole per un lavoro assolutamente brillante.



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Peppe Di Spirito

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