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NEOM Arkana temporis Soleil Zeuhl 2009 FRA

“Terra culla di vita / Improbabile disegno della follia / Che facciamo di te / Terra culla di vita / Onorata o insudiciata? / Dipende dagli incantesimi dello spirito”. Queste brevi note che è possibile leggere all’interno del cd “Arkana temporis” rimandano molto alla cosmogonia dei Magma, quando nei loro primi lavori ci introducevano il pianeta Kobaia come possibile nuova destinazione dell’umanità, dopo le devastazioni subite dalla Terra. E la band di Christian Vander è un’influenza non indifferente per i Neom, terzetto francese che esordisce subito alla grande. Carole Duchene Sauvage al piano Rhodes, William Pawelzik al basso e Yannick Duchene Sauvage alla voce, alla chitarra elettrica e alla batteria (e accreditato come unico compositore) sono i membri di questa band che vi invito ad ascoltare attentamente. L’album è suddiviso in due atti, il primo della durata quasi tre quarti d’ora e suddiviso in 4 parti/tracce, il secondo, invece, incentrato su un’unica parte di dodici minuti e mezzo. L’inizio è lento con un’atmosfera molto misteriosa e si avverte immediatamente una certa tensione, che cresce ed esplode completamente dopo i due minuti e mezzo, quando la batteria comincia a picchiare duro e si entra nel vivo di uno zeuhl vigoroso, con ritmi potenti, il basso quasi à la Top in bella evidenza, il piano elettrico a rifinire e la chitarra elettrica a lanciarsi in nervosi solos. Quando tocca alle parti vocali, il sound si fa di nuovo più indolente ed è proprio il cantato un’altra caratteristica importante del lavoro, visto che è lo stesso Yannick ad occuparsene con il suo particolarissimo timbro che sembra quasi femminile! Alterna con successo vocalese, francese (ma giusto un accenno, cimentandosi con il testo citato in apertura della recensione) e soluzioni onomatopeiche vicine a quanto fatto dai Setna, contribuendo a formare ancora meglio i connotati zeuhl. Il riferimento ai Setna si può individuare anche nella proposta strumentale. I Neom infatti sembrano non voler offrire mai mezze misure: in ogni traccia sono capaci di passare da un andamento elegante che tocca jazz e zeuhl (similmente a quanto avevano fatto i Setna nel loro “Cycle I”), con arrangiamenti molto raffinati, a quelle improvvise impennate deflagranti che catapultano direttamente verso le lezioni dei Magma di “De Futura”, caratterizzate da una intensità sonora devastante. Una vera manna dal cielo per chi ama il genere!
Il disco è davvero un crescendo di emozioni. Dopo due parti che ci presentano già bene la band, la terza del primo atto spinge inizialmente molto sul terreno magmatico unendo classe e potenza per poi indirizzarsi verso un jazz-rock stravagante e concludersi nuovamente con grande energia. La quarta parte è basata su un fantastico tema introdotto dal piano elettrico e poi sviluppato dalla voce e ben sorretto dagli altri strumenti e in cui spunta qua e là anche l’ombra di “Kohntarkosz”. Ed è ancora il piano elettrico ad introdurre l’ultima traccia, che rappresenta l’unica parte del secondo atto e che si contraddistingue poi per i magnifici voli della chitarra elettrica, che in quest’occasione, grazie ad uno stile che sembra rifarsi a quello del bravissimo James MacGaw, fa avvicinare i Neom agli One Shot o a certe cose dei Magma più recenti.
La Soleil Zeuhl da poco più di un decennio supporta band che si inseriscono in un movimento che definirei di nuovo zeuhl, magari non ampio quantitativamente, ma che ha già dato splendidi frutti e nel quale è possibile rinvenire varie collaborazioni (lo stesso Yannick Duchene Sauvage è stato ospite nel disco degli Xing Sa) I nomi di Francois Thollot, One Shot, Setna, Pienza Ethnorkestra, Xing Sa non dovrebbero essere ignoti agli amanti del genere ed ora l’etichetta transalpina lancia anche i Neom, che con “Arkana temporis” realizzano subito un album che diventa una delle punte di diamante dell’intero catalogo.



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Peppe Di Spirito

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