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NORDIC NOMADIC Worldwide skyline Tee Pee Records 2011 CAN

Con il nome Nordic Nomadic, il chitarrista e cantante Chad Ross dei canadesi Quest of Fire, porta avanti già da qualche anno un progetto solista. E similmente a quanto avviene col gruppo da cui proviene è ancora il rock psichedelico a venir fuori dai suoi dischi. “Worldwide skyline” segue, a quattro anni di distanza, l’omonimo esordio e fin dalle prime note mostra un feeling assoluto. Attraverso nove brani, Ross ci trasporta in un mondo musicale onirico, con suoni moderni e melodie vocali ispirate. Chitarre elettriche distorte si alternano a passaggi acustici intriganti, mettendo in evidenza le capacità del musicista di passare da visioni psichedeliche che mettono a nuovo le invenzioni dei Pink Floyd ad un intimismo dal carattere folk figlio di Neil Young. I brani sono abbastanza brevi, non si prolungano mai troppo e questa caratteristica dà un che di immediatezza all’album. Immediatezza che tuttavia non si presenta con strutture semplici, quanto piuttosto con le atmosfere che vengono a crearsi durante l’ascolto. Le note dilatate della chitarra, i tappeti tastieristici, le distorsioni elettriche, la vocalità sognante, i toni dimessi, i ritmi compassati sono tutte peculiarità che conferiscono a “Worldwide skyline” un impatto deciso e che rendono il suo ascolto di estrema gradevolezza. Così, passando da composizioni ipnotiche, che riprendono i Pink Floyd un po’ come facevano i primi Porcupine Tree, a passaggi dai tratti più bucolici, i quaranta minuti dell’album sembrano scorrere via in un battibaleno. Una ricetta semplice, che sfrutta al meglio la tecnologia odierna, evitando, tuttavia, “trucchi” che potrebbero coprire difetti di songwriting. Anzi, le doti compositive, sia per quanto riguarda l’aspetto musicale che quello testuale, sono qui ben evidenti e permettono di far capire il talento che c’è dietro i brani ascoltati. Coadiuvato da Paul Aucoin al vibrafono, Ross sforna un disco di tutto rispetto, piacevole, ricercato, malinconico, autunnale e dai toni grigiastri, ma senza alcun eccesso e destinato forse non a tutti, ma che sicuramente colpirà chi apprezza quelle atmosfere un po’ disincantate e chi non ha mai smesso di amare gli effluvi sonori esalati dalla musica psichedelica.


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Peppe Di Spirito

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