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NORTHERN LINES Farts from S.E.T.I. code autoprod./Archaic Records 2014 ITA

Giovani, ironici, autoironici, ma soprattutto talentuosi i Northern Lines, terzetto proveniente da Roma ed autore di questa autoproduzione di circa trentadue minuti con cui ci presentano la loro musica agile e robusta allo stesso tempo. Immaginate i power-trio della seconda metà degli anni ’60, tipo Cream o Jimi Hendrix Experience, catapultati nel nuovo secolo, aggiungeteci energia zeppeliniana, momenti di indefinibile fusione tra diversi generi e la spinta verso i virtuosismi tipica dei Rush e potrete avere più o meno un’idea di quello che è contenuto in questo cd. Alberto Lo Bascio (chitarra), Cristiano Schirò (batteria) e Stefano Silvestri (basso) sono i protagonisti di questo lavoro graffiante e interamente strumentale e con buone capacità tecniche messe al servizio delle composizioni riescono a sfornare una serie di pezzi travolgenti, che possono richiamare tanti mostri sacri del rock, evidenziando una discendenza diretta da un glorioso passato soprattutto per merito del calore che infonde la loro musica. Prendiamo un brano come esempio, la terza traccia “You glorious bastard”. In poco più di cinque minuti c’è un po’ di tutto, da un’apertura hard rock tecnologico, travolgente ed efficace si passa a spunti barocchi degni del miglior Malmsteen; poi è la volta di un brevissimo frangente bizzarro e allegro, dall’anima latina, fino ad una decisa incursione in territori amati dai Rush. E tutto fila via liscio, non si percepisce la minima forzatura, anzi, vien fuori tutto il divertimento ed il trasporto con cui la musica viene eseguita. I Northern Lines, inoltre, hanno anche la capacità di essere concisi ed efficaci: i loro brani non hanno mai durate chilometriche e tendono a fermarsi anche dopo soli quattro minuti; d’altronde essi stessi specificano che “l’idea di progressive e di sperimentazione sul quale si fonda la band si identifica più nel concetto di sintesi che in quello di suite”. Il risultato finale è estremamente positivo; l’hard rock progressivo proposto dal trio sa essere intrigante e coinvolgente e il fatto che sia strumentale non è affatto un limite, visto che i musicisti sono capaci di inserire talmente tante idee in ogni brano e di interagire tra loro senza la minima sbavatura, mostrando inventiva e preparazione. Inoltre, tenendo conto delle capacità che emergono e dell’energia trasmessa, si avverte forte l’impressione che la proposta del gruppo sia assolutamente perfetta per la dimensione live, che può rappresentare un’ulteriore valvola di sfogo per la fantasia e la frenesia dei musicisti.


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Peppe Di Spirito

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