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ENRICO NEGRO La memoria dell’acqua Solitunes Records 2015 ITA

Dalle terre del Monferrato, ricche di tradizioni e delizie, ecco il secondo album solista di Enrico Negro, chitarrista classico che ha sviluppato nel corso dei suoi studi una sincera passione nei confronti del repertorio tradizionale piemontese ed occitano, attraverso varie collaborazioni con formazioni folk come La Ciapa Rusa, Compagnons roulants,Tendachënt, Dona Bela, Ensemble del Doppio Bordone… Enrico Negro ha mosso i suoi passi nel mondo della musica tenendo bene in mente le opere del suo idealeMaestro, il chitarrista dei Pentangle John Rebourn nel suo periodo solista in lavori come “The Hermit” oppure “The Black Baloon”, ma non escluderei neanche qualche riferimento al William Ackermanacustico nei passaggi più intimistici; “La Memoria Dell’Acqua” è così un disco suonato da Enrico Negro in completa solitudine con le sue chitarre realizzate da maestri liutai piemontesi, specialmente una acustica Diavoletto Grand Auditorium con corde metalliche ed una chitarra classica Torres in corde di nylon; l’album si divide tra brani composti da Negro ed una serie di riletture di brani tradizionali e varie danze, con un’originalee brillante versione acustica del Monteverdi di “Chi Vol Che M’Innamori” ed una chiusura dedicata a De Andrè con la sua “A Cumba”. Lo stile di Negro è piuttosto raffinato, il fingerpicking discreto e mai sopra le righe, scevro da esibizionismi, crea una calda atmosfera sognante e piacevolmente nebbiosacon suggestive sfumature mediterranee, non priva di momenti giocosi e vivaci ma sempre in un contesto di introspettiva riflessione, mentre stile etimbrica sono volutamente omogenei per dare il giusto senso di continuità e convivenza di paesaggi musicalie storici differenti,anche nei momenti in cui l’eccellente tecnica strumentale ci permette di apprezzare contrappunti chitarristici particolarmente intricati. Per quanto il disco sia relativamente lungo, quasi cinquantacinque minuti, e richieda una certa attenzione e preparazione all’ascolto, nel suo insieme non annoia: come ci suggerisce la bella confezione in cartoncino,“La Memoria Dell’Acqua” si ascolta bene in particolari ambienti e situazioni, magari durante una serena e tiepida giornata di primavera…



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Giovanni Carta

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