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OLYA I MONSTR Olya i monstr Cardiowave 2007 UKR

A volte la musica bella ed interessante non sta sotto gli occhi di tutti e in questo caso le recensioni hanno un ruolo importante, quello cioè di aprire uno spiraglio su mondi che altrimenti rimarrebbero nell'oblio. In questo caso la bellezza di questa musica è sicuramente sotto gli occhi e le orecchie di molti russi e molti ucraini, dal momento che stiamo parlando del progetto parallelo di una band nota ed amata in questi paesi, e cioè dei Flëur, ma senza una indicazione mirata sarebbe di certo molto difficile per gli appassionati non russofoni riuscire a scoprirla. Purtroppo questi artisti sono tanto amati in patria quanto ignoti all'estero e di certo le copertine redatte esclusivamente in cirillico non aiutano a familiarizzare con loro. Varrà sicuramente la pena superare qualche piccola difficoltà legata alla lingua per immergersi totalmente in queste ambientazioni sonore oscure e seducenti. Parlavamo dei Flëur, una delle band più fresche ed originali che la scena prog abbia partorito ai nostri giorni, e proprio con questo gruppo Olga Pulatova, e cioè Olya (che nei Flëur riveste il ruolo di compositrice e cantante solista, assieme all'altrettanto bionda Elena Voynarovskaya), ha conservato nelle canzoni qui proposte delle interessanti affinità. Queste affinità si vengono comunque a diluire in un contesto musicale diverso, dai contorni più oscuri ed elettronici, che Olya ha creato con la collaborazione del "mostro" Alexei Radionov, chitarrista e programmatore. La voce affascinante di Olya è l'elemento guida di queste canzoni e potrebbe ricordare almeno in parte nello stile quella di Björk, ma con una timbrica più delicata e pulita. Il suo modo di cantare è seducente ed ipnotico ed accompagna l'ascoltatore in una dimensione onirica, scandita da loop elettronici ed orchestrazioni ampie e sofisticate. Molto bello e notturno è il violino di Ekaterina Sokolova che dona un tocco di eleganza ad una musica dai lineamenti volutamente artificiali ed elettrificati, a differenza di quello che accade nei Flëur in cui invece prevalgono i suoni acustici e cameristici. Non potendomi sottrarre a certi paragoni posso affermare che questo album non raggiunge nessuna delle produzioni discografiche del gruppo madre, anche se presenta punti di contatto marcati soprattutto con "Everything Went Out of Control", quarto album in studio dei Flëur. Si tratta comunque di una proposta bella da ascoltare e sicuramente valida, che presenta miscele sonore particolari in cui si fondono elementi gotici, pop, elettronici, post rock ed orchestrali che costituiscono nel loro insieme una scenografia suggestiva per la bella voce di Olya. Se vi capita a tiro questo album fateci pure un pensiero, senza tralasciare ovviamente i Flëur.

 

Jessica Attene

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