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ANDREA ORLANDO Dalla vita autentica AMS/BTF 2017 ITA

Come indica lo sticker appiccicato sulla confezione, Andrea Orlando è stato coinvolto in varie formazioni ben note agli appassionati che hanno fatto (e stanno facendo) la storia del rock progressivo italiano moderno. Il primo album del batterista (nonché tastierista) è quindi un modo per tirare le somme dopo anni passati al servizio di band che hanno sempre annoverato tra le proprie file musicisti e autori dotati di una forte personalità. Alcuni di questi sono presenti in "Dalla vita autentica", caratterizzando l'album e donandogli un'impronta rassicurante.
La cosa che balza subito all'orecchio durante l'ascolto è un'evidente omogeneità di fondo, fatta eccezione solo per la prima traccia, una sequenza strumentale floydiana-elettronica giocata su sintetizzatori, tastiere e batteria elettronica, strutturata in un crescendo alla Berlin School che paradossalmente suona poco tedesca. Il resto dell'album è un concentrato di progressive italiano molto tradizionale. Prendete ad esempio "Oltre domani", basata su un caratteristico tema melodico suonato dalla chitarra elettrica, con la voce di Alessandro Corvaglia che canta alcune strofe con la sua solita voce bella ed espressiva e la parte conclusiva con uno stacco di piano elettrico e tastiere che rendono ancora più arioso un brano pensato per stimolare la componente emozionale dell'ascoltatore. "Cinque giorni d'autunno" è un malinconico racconto basato sul pianoforte e sugli archi racchiuso tra un'introduzione e una chiusura dai toni molto più rock. "Cadi con me" è una gradevole ballata cantata da Simona Angioloni, dalla struttura semplice ma molto efficace nei suoi arrangiamenti elaborati. "Il giardino di Maya" è un frizzante strumentale in cui Agostino Macor (presente in ogni traccia dell'album) è protagonista insieme al violino di Roberta Tumminello in un ininterrotto scambio di gustosi assoli e linee melodiche. "Fragile" è ancora un brano per la voce di Alessandro Corvaglia, dominato dai fiati e struggente nel suo crescendo melodico. Il brano conclusivo, "Dalla vita autentica", offre in quasi diciassette minuti un campionario delle capacità compositive e di arrangiatore di Andrea Orlando, tra suoni acustici alternati a momenti più rock e una struttura ad incastri veramente ben realizzata.
"Dalla vita autentica" riesce nell'intento di mostrare la visione musicale di Andrea Orlando, fatta di chiaroscuri melodici ricamati su una base emozionale molto forte. L'ascolto è coinvolgente, e l'accostamento tra strumenti acustici (gli archi sono tra i protagonisti principali del disco) e quelli elettrici colpisce per il modo pieno e coerente in cui è stato realizzato. Personalmente ho trovato il disco una piacevole sorpresa, sia nel suo essere progressivo in maniera poco ruffiana che nella sua pura capacità di trasmettere emozioni.



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Nicola Sulas

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