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PTS Tides SI Music 1994 NL

Sarà che questa è l'ultima recensione che faccio per questo numero, con evidente overdose da Progressive rock, ma i 60 minuti musica offerta dagli olandesi PTS scorrono nelle mie orecchie in modo piuttosto anonimo. Le 11 tracce qui presenti si fondono e si mescolano a formare un ammasso neo Progressivo che pochi minuti dopo l'ultima nota, ha lasciato ben poco nella mia memoria. Riascolto allora il CD dall'inizio e m'imbatto nuovamente in "Fading", la traccia d'apertura, un pezzo non lungo e dai vaghi connotati new wave che rimane uno dei miei preferiti dell'album, anche dopo il secondo ascolto, anche se piuttosto leggero. Il favorito in assoluto è il seguente "Water it down", più tipicamente Prog e giocato su un incedere dettato dalla chitarra, con alcune impennate ogni tanto ad accrescerne la drammaticità, ed un bel finale. Saltiamo l'anonima "The spy" (una canzone da night club, come conferma il sassofono in essa inserito), ed andiamo alla title track, il pezzo più lungo del lotto; purtroppo non sempre lunghezza equivale a bellezza, quindi la canzone, a dispetto di un'atmosfera volutamente drammatica e misteriosa, raggiunge livelli qualitativi appena più che apprezzabili. Poco da apprezzare anche nelle canzoni successive: "Valerie" non è malaccio, ma poco più che ordinaria, a dire la verità; "Where are you?" è molto breve e priva d'incidenza, mentre "BBC" è uno strumentale in stile AOR abbastanza avulso dal contesto; anche "Down to zero" non si discosta dalla mediocrità, purtroppo. Dopo un discreto inizio il CD sta dunque scadendo nell'ordinario, ma per fortuna arriva "Island" a risollevarne almeno parzialmente le sorti, un pezzo lungo d'atmosfera caratterizzato da delle fluide parti di piano ed una ritmica contenuta che sfocia in una ballad affatto disprezzabile. Discreta anche la successiva "Waiting/The end of the waiting", una canzone carica di suspense che purtroppo si sciupa un po' nell'ordinarietà del suo finale. Pollice ancora verso, invece, per la conclusiva "The best lines". Complessivamente quindi questo CD non è un capolavoro, forse inferiore a quello d'esordio ("Nightlines" - 1992), anche se non si può dire si tratti di un brutto album. I PTS hanno i numeri per osare un po' di più; auguriamoci che li sfruttino in futuro.

 

Alberto Nucci

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