Nell’omonimo lavoro della PENTOLA DI PAPIN, datato 1977, si avverte una eccessiva attenzione per il cantato che segue la falsa riga del più classico pop italiano dell'epoca, mieloso e senza pathos. Quando però le partiture strumentali si ritagliano uno spazio (e questo, nell'arco dei 35 minuti, non accade così raramente), è possibile scorgere interessanti spunti che anche grazie alla presenza di Hammond, Mellotron etc. etc. hanno un peso non indifferente che alza di molto il livello globale. La musica non si allontana dalla linearità che la caratterizza ed ha nel suggestivo effetto prodotto dalla commistione di chitarre e tastiere il punto di forza... un lavoro fondamentalmente rock, in quest'ottica sicuramente positivo.