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PENTWATER |
Out of the abyss |
Syn-phonic |
1992 |
USA |
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Titolo piuttosto significativo per questa nuova produzione dell'etichetta californiana Syn-phonic. I più esperti di prog statunitense sapranno che i PENTWATER sono autori di uno degli album progressive più ricercati d'oltreoceano (il disco omonimo del 78), e che la band ha operato nel corso dei seventies. Quella che però mi accingo a recensire non è la ristampa di tale LP, ma una raccolta di incisioni inedite (da qui il titolo) risalenti al suddetto periodo, e in particolare agli anni che vanno dal '73 al '76. Negli ultimi tempi il buon senso sembra consigliare di stare alla larga da tali ripescaggi che, nella gran parte dei casi si rivelano delle produzioni quantomeno inutili; fortunatamente questo non è il caso dei PENTWATER che, così come in precedenza NIGHTWINDS e YEZDA URFA, dimostrano invece come il prog nordamericano sia in realtà ricco di perle nascoste che aspettano soltanto di essere scoperte.
Entrando nel merito della recensione, posso dire che la musica dei PENTWATER si colloca perfettamente nel contesto nel quale viene creata; gli ingredienti tipici del miglior prog dei 70's ci sono tutti, a cominciare dai cantati stile YES dei brani come "Gwen's madrigal" o "EM 54", per poi passare agli intrecci strumentali e vocali di "Cause and effect" o "Bilboard smiles", che richiamano i mitici GENTLE GIANT, od ancora ad alcuni passaggi che avrebbero potuto far bella mostra di se negli album di EL&P. Il tutto è comunque elaborato con grande creatività ed attraverso l'impiego di una vastissima gamma di strumenti, cose che, assieme ad una tecnica sopraffina ed all'indiscutibile ottima vena compositiva posseduta dal gruppo (ascoltatevi le esaltanti "Necropolis", "Oceans" o "The journeys", e ditemi che cosa ne pensate...), consentono a tutti i brani contenuti in questo CD di brillare di luce propria. Se a ciò aggiungete delle ottime liriche ed una confezione sufficientemente curata (un libretto di ben 16 pagine con tanto di storia del gruppo e testi di tutti i brani cantati), comprenderete probabilmente il mio entusiasmo nei confronti di quest'opera. Ed in fin dei conti è anche ingiusto parlare di una raccolta: definire questo CD come un secondo lavoro postumo della band non sarebbe infatti del tutto fuori luogo, visto oltretutto che l'unico brano in comune col su citato primo LP risulta essere una differente versione di "Gwen's madrigal", che d'altronde sarebbe stato un delitto escludere. Chi è in cerca di una buona scusa per rompere il salvadanaio può quindi tranquillamente orientarsi verso quest'ora di musica targata Syn-phonic; a mio parere la scelta difficilmente potrebbe essere più azzeccata.
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Riccardo Maranghi
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