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PSEU |
Pseu |
Musea |
2004 |
FRA |
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Quando si pensa che ormai difficilmente possano venir fuori ottimi dischi inediti del passato, ecco che spunta la sorpresa: i luciferini Pseu, formazione transalpina che, a quanto pare, è una sorta di leggenda metropolitana dell'inizio degli anni '80. Devoti al Verbo di Christian Vander, questi musicisti che si sono cimentati nella zeuhl devono aver impressionato non poco i fortunati spettatori dei loro concerti d'epoca. Con scenografie avvincenti, maschere e testi dissacranti, gli Pseu si esibivano inneggiando, tra horror e ironia, il Diavolo, finendo quindi col presentarsi con una sorta di immagine ed iconografia decisamente spregiudicata e fantasiosa. Dopo tanti anni, la Musea pesca le registrazioni di questa band nella quale si sono alternati sette musicisti e permette agli amanti di quel ramo del progressive denominato zeuhl di avvicinarsi ad un prodotto di tutto rispetto. Sette tracce che riprendono quei toni oscuri e, a tratti, inquietanti di cui i Magma più maestosi della coppia Vander-Top erano assoluti maestri. Il basso pulsa potente, la batteria si destreggia con abilità, le note di piano e chitarra ricamano sonorità che trasmettono sensazioni intrise di uno sfuggente fascino misterioso e la reiterazione di certi temi (elemento tipico di questo genere di musica) entra nella testa dell'ascoltatore dando effetti di esaltazione e irrazionalità. In qualche momento ci si avvicina anche verso un sound maggiormente orientato al jazz-rock ed il tutto avviene in modo naturale, denotando capacità strumentali non indifferenti. Anche il cantato, in francese, contribuisce ad alimentare ulteriormente sia gli elementi dark della musica che i paragoni con gli altri maestri dello zeuhl. Poco importa che di tanto in tanto certe somiglianze con i "Grandi Padri" (Magma, Weidorje, Eskaton, Uppsala) siano fin troppo evidenti; questo cd rappresenta un altro oggetto di culto da venerare per tutti gli alieni di Kobaia e di Ork presenti sulla Terra.
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Peppe Di Spirito
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