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PHAESIS |
Labyrinthe |
Musea Parallele |
1991 |
FRA |
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Secondo disco per i francesi Phaesis, dopo il debutto di "Reminiscence" del 1989, un album dalla decisa influenza floydiana. "Labyrinthe" ha sicuramente mitigato quell'influenza, acquistando sonorità ed atmosfere che a me personalmente ricordano un altro gruppo francese, i grandi Halloween, maestri del prog horror. Non si capisce perché il CD sia uscito sotto l'etichetta Musea Parallele, la branca destinata ai lavori non strettamente prog; "Labyrinthe" è un'opera decisamente prog nell'accezione più comune di questa definizione, a partire dalla struttura dei pezzi che sono legati l'uno all'altro, formando un concept-album del più classico tipo. L'introduzione al tutto è rappresentata dai primi 4 titoli di breve durata e quasi completamente strumentali, davvero raccomandati per l'atmosfera di attesa che sanno creare. Giusta prosecuzione è il primo brano cantato, ovvero la title-track, sulla stessa falsariga angosciosa dei precedenti. Breve intermezzo con "take time" e poi è la volta di 4 lunghi pezzi, all'inizio del primo dei quali è inserito un inserto preso da un GR della Radio Vaticana. Queste lunghe tracce rappresentano ovviamente il punto centrale dell'album: non chiedetemi una spiegazione dettagliata, ma i testi costituiscono altrettanti affreschi sul tema del concept, salvo l'ultimo ("Serenité") strumentale che rappresenta la conclusione del tutto.
Per concludere: un CD che testimonia la piccola evoluzione di un gruppo che fa dell'atmosfera la sua carta vincente, piuttosto che l'originalità e la tecnica, se letto in questa chiave, "Labyrinthe" potrà piacere anche ai super-critici, i quali per altri versi possono astenersi dall'acquisto.
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Alberto Nucci
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