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PLACKBAND After the battle Xymphonia Records 2002 NL

Le origini della band vanno rintracciate verso la metà degli anni Settanta; essa giunse nel 1978 alla pubblicazione del suo primo EP che comprendeva i brani "Seventy Warriors" e "Some Party". A parte questo episodio discografico, il gruppo non arrivò alla pubblicazione di un full length fino alla loro reunion avvenuta nel 2000, proprio quando i November, progetto collaterale curato dal chitarrista Robert Brautigam e dal tastierista Michel Van Wassem, fallirono nel tentativo di pubblicare il loro secondo album. All'epoca, dopo 18 anni, venne organizzato un concerto con la line-up storica dei Plackband ed il ritorno venne sancito dalla pubblicazione del singolo "Remember Forever" che comprendeva, oltre a una nuova traccia, la versione rimasterizzata dell'EP del 1978. La band pubblicò inoltre l'album "The Lost Tapes", consistente nella vecchia registrazione di un concerto del 1981.
"After the Battle", che rappresenta paradossalmente il vero e proprio debutto della band, comprende 6 cavalli di battaglia del passato più una serie di pezzi di nuova fattura, compreso il brano "Remember Forever" pubblicato un paio di anni prima. Tutto il materiale è stato ovviamente registrato (o ri-registrato) nel 2002, facendo sì che dal punto di vista sonoro l'album costituisca un tutt'uno e non un collage disorganico. La band, a suo tempo, venne definita come i "Genesis de l'Aja" e, in effetti, gran parte della loro musica, si rifà ai grandi maestri del Prog sinfonico. Grande utilizzo di tastiere quindi, anche con qualche suono vintage e buone parti orchestrali, atmosfere spesso dilatate ma con diversi spunti in cui si fa strada qualche sonorità fusion.
Le parti cantate sono abbastanza rare: molte composizioni dei Plackband sono in effetti strumentali; il cantato, nei suoi rari interventi, non è che aggiunga molto di positivo alla musica della band, risultando, nel migliore dei casi, abbastanza dispensabile: la sua teatralità ben si potrebbe sposare, tutto sommato, al contesto musicale ma sono la timbrica e la tonalità che lasciano spesso a desiderare. Purtroppo, ai momenti di buona intensità emotiva e di buona ispirazione musicale, se ne alternano altri in cui la musica si riduce a un susseguirsi di ritornelli e riff poco incisivi e che abbassano decisamente il livello qualitativo generale. Talvolta questo susseguirsi abbastanza ripetitivo, supportato appunto dal cantato poco azzeccato, ci spinge inesorabilmente a passare alla traccia successiva, saltando a pie' pari dei brani a dir poco monotoni. Fortunatamente ci sono buone possibilità che la traccia successiva sia di quelle giuste, quindi, bene o male, l'ascolto in qualche modo va avanti e si può giungere al termine di questo CD avendo ascoltato sprazzi di buona musica, anche se non pienamente soddisfatti. Non mi sento quindi di bocciare quest'album in via definitiva; esso presenta molti alti e bassi e la media può essere comunque considerata sufficiente.

 

Alberto Nucci & Jessica Attene

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