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IAN PELLOW Fruit allures autoprod. 2006 UK

Nato in Canada, ma attualmente residente nelle magiche Highlands scozzesi, Ian Pellow giunge al suo secondo album con un’interessante autoproduzione, in cui fa tutto da sé. Per scoprire qualcosa di questo personaggio si può andare a vedere il suo sito internet dal quale apprendiamo subito degli idoli musicali degni di nota: Chicago Transit Authority, Frank Zappa, Jaco Pastorius, Allman Brothers Band, Joni Mitchell, jazz, musica classica… Di solito, nei musicisti prog di oggigiorno, si denotano ben altre influenze. E non sarà un caso, quindi, che la proposta di Pellow, a cavallo tra il rock sinfonico-romantico e le inflessioni jazz, che possiamo ascoltare nelle undici tracce di “Fruit allures” (titolo che evidenzia ulteriormente l’amore per Zappa) rivela una personalità non indifferente. Undici brani strumentali, di durata abbastanza contenuta per chi naviga nelle acque del prog (la traccia più lunga è quella conclusiva, che si avvicina agli otto minuti), suonati, si sente, oltre che con bravura, anche con tanta passione. Il sound è compatto, si avverte che il disco è “fatto in casa”, per così dire, ma scorre via molto bene e le sonorità che si ascoltano non sono mai algide, anzi, vengono a galla soprattutto un lavoro di basso molto ricercato e delle dinamiche timbriche interessanti. Nel libretto che accompagna i cd, poi, ci sono i commenti di Ian per ogni composizione, un po’ descrittivi, un po’ folli… Tra romanticismo, jazz-rock e new-prog, “Fruit allures” è un prodotto talmente carico di feeling che difficilmente non riuscirà a coinvolgere.

 

Peppe di Spirito

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