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PHIDEAUX |
The great leap |
Bloodfish |
2006 |
USA |
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A pochi mesi di distanza dall'ultimo album pubblicato, Xavier Phideaux torna con un nuovo lavoro, dunque. Questo "The great leap" sembra tendere maggiormente sul lato cantautoriale della musica dell'artista americano, sempre ben presente in tutte le sue produzioni (anzi… forse l'aspetto caratterizzante della sua musica) ma che negli ultimi due album aveva ceduto leggermente il passo ad atmosfere più sinfoniche e dilatate. Non che tali sonorità non siano presenti nell'arco delle 11 tracce di questo CD; la sapienza compositiva di Phideaux è sempre stata, e tale si conferma, quella di saper miscelare ed accostare un rock di stampo cantautoriale, con più di un accenno psichedelico, a suoni e tematiche più tipicamente Progressive, senza tuttavia cedere alla tentazione di rifugiarsi in cliché prestabiliti e facilmente riconducibili ad esperienze del passato. Il risultato è ancora una volta interessante, anche se questo album colpisce meno direttamente la fantasia ed i sentimenti dell'ascoltatore; occorre senz'altro un ascolto un po' più open-minded per apprezzare "The great leap", quanto meno da parte di un ascoltatore Prog. Non si tratta certo di una virata stilistica: siamo ancora in territori che possiamo identificare ed indicare per comodità nominando artisti come Jethro Tull, David Bowie, Pink Floyd… senza tuttavia che questi nomi, indicati solo per comodità, facciano sì che la musica che qui troviamo venga ingabbiata in un ambito ristretto ed immutabile. La musica che Xavier ed il suo gruppo, oramai consolidato, ci propone è aspra ma godibile e poetica, oscura ma non priva di momenti positivi e rilassanti, graffiante ma anche raffinata. Le canzoni sono tutte di durata abbastanza limitata eppure non mi esimerei dal definirle di ampio respiro, certamente non dirette; tuttavia si tratta pur sempre di canzoni, assai semplici nella loro struttura ma con buoni arrangiamenti e belle orchestrazioni. Il cantato è sempre in primo piano ma la musica non ne risulta penalizzata, riuscendo non di rado a ritagliarsi spazi importanti. Insomma… si tratta di un'ennesima prova interessante da parte di quest'artista che abbiamo oramai imparato ad apprezzare e che non ci fa mancare periodicamente un nuovo album che ci rallegri una mezza serata. Pare anzi che questa nuova uscita di Phideaux sia la prima di una trilogia che verrà completata nei mesi a seguire; aspettiamo e vediamo cosa ne verrà fuori, i prodromi sono piuttosto incoraggianti.
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Alberto Nucci
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