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PARTHENON |
Mare tenebris |
Luna Negra |
2005 |
VEN |
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Il gruppo dei Parthenon si formò per la prima volta sul finire degli anni '70, ma ebbe vita breve. I musicisti che lo componevano andarono poi a far parte di altre entità musicali che ben conosciamo come i Tempano e gli Amarok, per poi decidere, col nuovo millennio, di donar nuova vita al vecchio gruppo, ripescando composizioni ed incisioni dell'epoca ed integrandole con nuovi brani. Il risultato è questo "Mare tenebris", il cui nucleo centrale è costituito dalla suite "Puentes destruidos", di 18 minuti, risalente appunto alla prima epoca del gruppo ma registrata ex-novo per questo CD. Il duo formato da Robert Santamaria (tastiere e percussioni) e Juan Carlos Ballesta (batteria) costituisce il nucleo originario della band; attorno a loro hanno riunito un gruppo vero e proprio che riesce a donare alla musica dei Parthenon una vita luminescente ed interessante che non potrà non interessare gli appassionati del Prog sudamericano. La musica dei connazionali Tempano non è poi così lontana (ma sovente non possiamo fare a meno di pensare agli EL&P di "Tarkus"), trattandosi in sostanza di Prog sinfonico con numerosi spunti jazzati, piena di momenti brillanti in cui vanno di pari passo soluzioni strumentali anche elaborate ma anche dei suoni di tastiera non pienamente convincenti, oltre ad una registrazione con qualche pecca, che danno al tutto una sensazione di artigianalità che talvolta pregiudica il pieno apprezzamento della pur valida proposta del gruppo. Si tratta forse di una scelta sbagliata dei suoni, dato che comunque il parco tastiere di Santamaria consta di pezzi non proprio scontati, come Hammond, Wurlitzer ed un Moog ampiamente utilizzato. La musica dei Parthenon è prevalentemente strumentale ma su alcune tracce è presente il cantato di Marta Segura, dotata di una voce potente e non sgradevole, utilizzata con parsimonia e forse anche per questo apprezzabile. Il risultato finale ci parla comunque di un disco sicuramente apprezzabile, ben realizzato, nonostante le piccole magagne evidenziate e pienamente gradevole. Alle 8 composizioni dell'album sono state aggiunte, come bonus-tracks tre registrazioni risalenti al 1980, con una qualità sonora accettabile ancorché non certo ottimale, da demo-tape; un documento interessante che rappresenta un valido complemento di questo bell'album.
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Alberto Nucci
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