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RYAN PARMENTER The noble knave Split Difference 2006 USA

La maggior parte degli appassionati ha imparato a conoscere il bravo Ryan prima di tutto in relazione al suo cognome (è infatti il nipote del grande Matthew) e poi per la sua militanza negli Eyestrings, ottimo gruppo di prog sinfonico statunitense. Il ragazzo ci sa fare, lo abbiamo già fatto notare, ed evidentemente nelle sue vene scorre buon sangue: cresciuto con la musica dello zio nelle orecchie iniziò giovinetto a cimentarsi con creazioni musicali proprie e a soli diciassette anni pubblicò, nel 1995, il suo primo album da solista, "Helvetika". A distanza di undici anni da quell'esperienza Ryan torna ad incidere un nuovo album solista, composto e realizzato fondamentalmente con l'ausilio delle tastiere nell'arco di una decina di anni, con una integrazione di keybord-samples. A differenza di quanto ci aveva abituato ad ascoltare con i suoi Eyestrings, questo album si basa su scelte melodiche gradevoli ma facilmente assimilabili, accattivanti e fresche, dalle tentazioni pop ma con uno spirito sinfonico sempre ben presente. I due elementi chiave sono, come accennato, la voce di Ryan, piacevole e di gran carattere (con un modello del genere in famiglia non poteva essere altrimenti), e le linee di tastiere, prevalentemente di piano. Ne deriva che quest'opera ha un carattere intimistico, distante dalla potenza e dagli intrecci, ma anche dalle tonalità oscure, del gruppo principale. Abbiamo una raccolta di tredici canzoni che ispirano sentimenti positivi, che sfoggiano testi intelligenti e melodie deliziose, ispirate in molti casi al quartetto più celebre di Liverpool ed in particolare a Lennon solista. In alcuni casi le somiglianze sono impressionanti ma questo non dispiace di certo. Il bello è che, nonostante si tratti in pratica di una one-man-band, non si sente affatto la mancanza di altri musicisti, questo soprattutto in relazione alle caratteristiche dell'opera stessa, disegnata come un album solista di scarse pretese orchestrali e centrata unicamente sul feeling e sulla volontà di comporre canzoni godibili ed intimistiche, basate in gran parte sulle vicissitudini personali dell'autore e forse per questo dotate di un certo fascino in più: ascoltando questo CD sembra quasi di condividere le esperienze di Ryan, o di leggere il suo diario personale. Un bellissimo disco di canzoni, fatte per sognare, per riflettere e per stare bene… Se poi amate visceralmente i Beatles, tuffatevici senza esitazione.

 

Jessica Attene

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