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Partiamo dicendo che la Premiata Forneria Marconi in “Stati di immaginazione” fa quello che sa fare meglio: suona! E questo già la dovrebbe dire lunga sulla qualità di quello che ci offrono in questa occasione. Per la prima volta nella sua lunga carriera, la PFM realizza un album interamente strumentale… E che album! C’è tutto quanto di meglio un appassionato possa chiedere al gruppo. Energia, divertimento, melodia, tecnica, passione, trasporto, capacità di coinvolgimento. Ed una serie di otto tracce, questi otto “Stati di immaginazione” che hanno tutte le possibilità di diventare un punto di riferimento fondamentale della discografia della band.
Alla base di tutto, c’è un’idea di Iaia De Capitani, la manager della PFM. L’idea è quella di unire musica e arte visiva. Non certo qualcosa di rivoluzionario, ma qualcosa che quando viene fatto bene risulta suggestivo e affascinante. La De Capitani ha scelto otto filmati, abbastanza eterogenei e il gruppo praticamente non ha fatto altro che “suonarci sopra”. Un assaggio di tutto ciò era già stato offerto nei concerti del 2006, poi i musicisti hanno deciso di entrare in studio e registrare il tutto senza sovraincisioni. Il prodotto realizzato consta di un cd audio e di un DVD dove sono presenti quei filmati su cui il gruppo si esibisce.
L’insieme video-suoni presente nel DVD può essere visto come il lavoro completo. “La terra dell’acqua” ci mostra una serie di sequenze visive di Venezia, con la band che fa di tutto: mentre scorrono le immagini della città, nelle sue bellezze e nelle sue difficoltà quando è in balia della forza della natura, musicalmente si passa da sonorità quasi space-rock a situazioni di calma apparente, fino a sfuriate strumentali aggressive, da magici momenti solistici con protagonisti, di volta in volta, violino, elegantissimo pianoforte classico, fantasiosa chitarra elettrica, a cavalcate di insieme raffinate e travolgenti; il tutto ovviamente tra continui ed abilissimi sconvolgimenti ritmici. Partenza in grande stile, quindi, con una composizione che ha tutti i connotati per aspirare a diventare un pezzo forte del repertorio della PFM. Con “Il mondo in testa” si passa a buffe immagini basate su un film in bianco e nero e su bizzarre animazioni. Anche la musica si fa più spensierata e divertente, partendo con il tema iniziale tratto da “Promenade the puzzle” e proseguendo poi con melodie bizzarre e stacchi ritmici continui. “La conquista” ci mostra come una tribù indigena, sfruttando la tecnologia arretrata a propria disposizione, costruisce un ponte di liane. Qui i ritmi si fanno frenetici, l’atmosfera è frizzante, ma non manca un intermezzo in cui la sei corde elettrica crea sonorità decisamente epiche. “Il sogno di Leonardo” è un estratto da un film sulla vita di Leonardo Da Vinci e qui abbiamo la PFM più melodica, che parte da un tema delicato di Franco Mussida alla chitarra classica e ne sviluppa tanti altri sognanti che hanno come caratteristica quel sapore mediterraneo che non manca mai nei dischi del gruppo. Con “Cyber Alpha” si cambia decisamente registro: altre scene estratte da un film, ma qui abbiamo modernità e fantascienza e i suoni tornano elettrici, vibranti, con ritmi spediti e crescendo mozzafiato, che fanno di questa traccia un altro dei momenti forti del lavoro. Ancora spezzoni di film in “Agua azul”, protagonista l’acqua; in questa occasione il tema di base è dettato dal basso di Patrick Djivas; in apertura e chiusura di brano c’è una certa rilassatezza, mentre nella parte intermedia c’è un andamento più veloce e giocoso. Filmati d’archivio in “Nederland 1903”, contraddistinta da melodie vellutate e malinconiche. In chiusura, altre parti di film con “Visioni di Archimede”, in cui la PFM si lascia andare in un rock sinfonico purissimo ed estatico, dalle calde atmosfere, donandoci nove minuti di continue emozioni con alchimie strumentali da antologia.
Come dicevamo, la visione del DVD dà la dimensione completa dell’opera realizzata dalla band, eppure ascoltare solo il cd non fa venire meno la qualità: la musica in esso contenuta risulta godibilissima anche senza l’ausilio delle immagini.
Già la musica… Bisogna proprio dire che la PFM è in grandissimo spolvero. Flavio Premoli è andato via in punta di piedi. Di Cioccio, Djivas e Mussida guidano ora la PFM e si avvalgono della collaborazione di Lucio Fabbri al violino e del bravo tastierista Gianluca Tagliavini. I cinque danno sfogo a tutta la loro voglia di suonare, senza compromessi, con la massima libertà, sfruttando il loro talento, la loro verve, la loro vena creativa e arrivando a risultati a tratti estremamente esaltanti.
E’ sicuramente presto per dire di preciso che ruolo occuperà “Stati di immaginazione” nella carriera e nella discografia della band. Di certo possiamo dire che in questo lavoro troviamo la PFM di “Via Lumiere”, di “Alta Loma”, di “Storia in la”, della “Overture” di “Dracula”… E per molti questa è la veste migliore della PFM…
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