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POOR GENETIC MATERIAL Paradise out of time QuiXote 2007 GER

Sono poche e solo “formali” le differenze tra questo nuovo album dei Poor Genetic Material rispetto alla produzione passata. Diciamo “formali” perché Phil Gripphits (voce), Stefan Glomp (chitarre), Philipp Jaehne (piano e organo), Denis Sturm (basso) e Dominik Steinbacher (batteria) abbandonano le composizioni di lunga durata, ma riescono a mantenere invariato uno stile che unisce romanticismo e new-prog e che sa essere accattivante e coinvolgente. Infatti, questa scelta non si traduce in una “semplificazione” del loro stile, ma solo in un approccio un po’ diverso, sotto certi aspetti più spontaneo, verrebbe da dire. Nonostante la presenza di qualche situazione un po’ mielosa e quasi pop-rock (vedi, ad esempio, “Paradise”), i musicisti tedeschi realizzano un lavoro intelligente, maturo, con un susseguirsi di felici intuizioni. Prendiamo l’incipit “New phase”: quattro minuti esatti carichi di passione, feeling melodico immediato, eppure con finezze strumentali molto belle, come il finale guidato dall’affascinante violino dell’ospite Oliver Berger. E si tratta solo del primo passo di un percorso di tre quarti d’ora che regala un ascolto decisamente piacevole, nel quale spiccano parti strumentali raffinate e intense. Nonostante si punti, come detto, su tracce di breve durata, ogni brano è costruito in maniera intelligente e ritengo sia un gran pregio riuscire a condensare in pochi minuti una mole di idee che molti gruppi impegnati nel rock sinfonico tendono magari a distribuire e diluire in malo modo, spesso in chilometriche suite slegate, inutilmente complesse e che trasmettono stanchezza. È proprio qui che stanno i pregi dei Poor Genetic Material: nell’evitare sovrarrangiamenti sfarzosi, nel non ricorrere a cliché e a barocchismi ktisch e nel risultare, invece, più diretti negli intenti, con tanto buon gusto e con una piacevolezza d’ascolto non indifferente.

 

Peppe di Spirito

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