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PETRUS CASTRUS Mestre Guilda da Música 1973 (CNM 2007) POR

Ristampa gradita per quello che è uno dei dischi più belli della storia del rock portoghese che comprende tra l'altro un intero CD aggiuntivo di inediti recenti ed un corposo booklet con testi e biografia, ovviamente in portoghese. A dire il vero il dischetto aggiuntivo si potrebbe benissimo tralasciare, dal momento che la qualità dei pezzi, registrati fra il 2000 ed il 2005 da un rinato gruppo ridotto a terzetto, è poco più che mediocre, diciamolo chiaramente. Discorso diverso ovviamente per "Mestre", mai ristampato fino ad ora, il long playing d'esordio dei Petrus Castrus che, formatisi nel 1971, avevano realizzato prima di questo album un paio di EP nel 1971 e nel 1972, intitolati rispettivamente "Marasmo" e "Tudo isto, tudo mais". La line up comprendeva i fratelli Castro, José al piano, allo xilofono e alla voce e Pedro alla chitarra, autori di tutte le musiche, più l'organista Rui Reis, il batterista João Seixas ed il chitarrista Júlio Pereira che, dopo la collaborazione in questo album, formerà gli Xarhanga e pubblicherà più tardi, assieme a Carlos Cavalheiro, l'album capolavoro del prog portoghese "Bota Fora". I testi invece sono per lo più poetici e tratti dai versi di autori liberali ed antidittatoriali come Sophya De Mello Breyner, Alexandre O'Neill, Manuel Bandeira, Bocage e Ary dos Santos, fatto questo che comportò la confisca dell'album per tre mesi da parte della temibile commissione di censura. La musica è un bellissimo prog sinfonico che poggia sia sulla tradizione di stampo cantautoriale portoghese che su solide radici rock, con punti di contatto col già menzionato "Bota Fora". Un'attenzione molto particolare è ovviamente riposta nei testi, che sono il punto centrale delle canzoni e che brillano grazie alla sinfonicità di arrangiamenti semplici ed efficaci, in cui spiccano le chitarre acustiche, il piano, con qualche tocco psichedelico fornito dai bellissimi inserti di organo. La traccia di apertura è emblematica: i versi bellissimi, composti in questa occasione dai fratelli Castro, sono al centro della composizione e dell'attenzione dell'ascoltatore, con gli strumenti che entrano con maggior enfasi a sottolineare i momenti di maggior pathos. La traccia si dilata progressivamente, in un crescendo graduale di emozioni che sembra quasi essere sottolineato dalla voce di José che pare indugiare sulla parola "lentamente", ripetuta più volte. La fase successiva, morbidamente psichedelica, con ampie basi di organo e piano, è quasi catartica e ci porta con grazia ad un finale a sorpresa, movimentato e dall'impatto live. Altri pezzi sono più spensierati e gioiosi, come "Pátria amada", quasi cabarettistica e scandita da un piano allegro. In molte occasioni è utilizzata la chitarra acustica, suonata con molta enfasi, a volte in maniera aggressiva e che spesso si intreccia in maniera originale con l'organo ed il piano, come in "País relativo", che presenta persino al suo interno un'impennata hard, alla Iron Butterfly, che viene prontamente a stemperarsi grazie al sopravvento di momenti musicali delicati e sinfonici, dal retrogusto malinconico. Anche il primo CD, quello che contiene "Mestre", ha un paio di inediti e cioè "Agente Altamente Secreto" e "Pauca Terra", il primo quasi disco dance ed il secondo, decisamente migliore, di stampo cantautoriale, con sprazzi sinfonici e qualche riferimento ai Genesis di Trespass. Per la cronaca, il CD aggiuntivo comprende un vero e proprio album intero, intitolato "Morte Anunciada dum taxista obeso", titolo ben poco attraente come poi in effetti si dimostra il CD stesso. Molto meglio procurarsi, a parte questo bellissimo "Mestre", la ristampa del secondo album "Ascensão e Queda", che fu pubblicato originariamente nel 1976, purtroppo disponibile al momento in cui scrivo solo in edizione coreana.

 

Jessica Attene

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