|
Se pensavamo che la musica degli RPWL fosse solo il frutto del talento di Yogi Lang e di Kalle Wallner eccoci prontamente smentiti. Parzival’s eye è infatti il progetto solista del bassista del gruppo tedesco Chris Postl, il quale dimostra con questo esordio “in proprio” quanto di suo ci sia nella direzione musicale degli RPWL. Postl pensa bene di non fare tutto da solo. Si circonda quindi di nomi piuttosto noti nell’ambito new prog come Christina Booth (vocalist dei Magenta), Alan Reed (voce dei Pallas), Ian Bairnson (chitarrista di Alan Parson’s project) oltre all’amico Yogi (tastiere, nonché produttore dell’album), per confezionare un album piacevole, ben fatto e, a tratti, più ispirato dell’ultimo “RPWL Experience”. Che poi i “numi tutelari” di Postl siano più i Genesis (senza Gabriel ma con Hackett) dei Pink Floyd è un dato di fatto peraltro mai negato dall’autore. La mini-suite di 13 minuti che apre l’album è anche il brano migliore del lotto. “Longings end”, infatti, è introdotta da un pregevole arpeggio di chitarra a cui vanno ad intrecciarsi la voce e un conosciuto tappeto di tastiere che trasportato da una macchina del tempo ci riporta all’anno di grazia 1976 ("Ripples"… "Entangled"…). Ottime le combinazioni vocali (di QUEL Collins docet) fra Postl (non male la sua voce) e Christina Booth, in un brano (splendido) che ha il solo lieve difetto di essere già stato scritto più di 30 anni fa. Ma che importa. In “new prog vein”, “Signs” con un bel solo di Synth e Alan Reed alla voce. L a title track ci riporta alle seducenti melodie dei Genesis post Gabriel, anche se poi il suono si indurisce (e attualizza) complice il lancinante “solo” di chitarra di Ossi Schaller. Echi di Gilmour sono evidenti in “Face my fear”, mentre “Meanings” grazie anche alla voce della Booth ha un “flavour” folk che apprezziamo molto. Fra gli altri brani presenti nel cd, nota di merito per la delicata “Skylights”, fra mellotron e chitarre acustiche, e per la “cover” di “Chicago” di Graham Nash ottimamente rivisitata dalla vocalist dei Magenta. Chiude il lavoro la bonus-track “Another day”, estratta dall’album “Nine” degli RPWL e interpretata da Lang e soci. Niente di indimenticabile comunque. Postl, invece, ha fatto centro e “Fragments” è complessivamente gradevole, riuscendo ad evitare le tentazioni heavy presenti in “Experience”, per un melodic-prog di buona fattura.
|