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PLURIMA MUNDI |
Atto I (EP) |
autoprod. |
2009 |
ITA |
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Un EP di 26 minuti per presentarsi… ed è subito amore! Questa band tarantina composta da 6 elementi ci offre 4 composizioni che si innestano nel più classico filone del Prog italiano d’annata, con un violino onnipresente, suonato da Massimiliano Monopoli, e un cantato femminile ad opera della brava Grazia Maremonti che ci riporta alle contaminazioni operistiche degli Opus Avantra. Il contesto generale però ci porta a menzionare nomi quali PFM, Osanna, Banco, Curved Air o i King Crimson del periodo ’73-’74… o addirittura la Mahavishnu Orchestra, nei momenti in cui le ambientazioni jazz salgono a galla; il tutto presentato in maniera decisamente accattivante, senza voler necessariamente fare Prog puro-e-duro, ma anzi non disdegnando contaminazioni funky, swing e folk oltre a quelle jazz e operistiche già menzionate. Ecco quindi che l’opener “Ortus confusus”, dopo un intro di piano, si snoda in un’indiavolata giga a passo di rock che subito sfocia in un assolo jazz, con l’opera del pianista Francesco Pagliarulo a guidare il tutto. Pochi secondi ancora e questo brano ha fatto in tempo a cambiare stile e sapore già diverse volte, facendoci rimanere attoniti nell’ascoltare un giovane gruppo padroneggiare così bene un orecchio scafato alle mille sfaccettature della musica Prog. “Nei ricordi del tempo” vede invece la voce di Grazia salire alla ribalta, per un brano delicato, quasi interlocutorio ma ricco sia di fascino e delicatezza che di momenti strumentali trascinanti. “Laboratorio 30” è il brano più lungo dei 4 coi suoi quasi 11 minuti e presenta le soluzioni musicali più complesse, anche se occorre far notare come in questo brano il violino zoppichi un po’ in alcuni momenti in cui è chiamato a furoreggiare in primo piano, ma sarebbe scorretto puntare il dito su questo (stiamo comunque sempre parlando di un’autoproduzione di un gruppo agli esordi), così come su alcune incertezze vocali sulle note più alte nel corso dell’ultimo brano (“Aria”, che vede peraltro l’ospitata di Lino Vairetti); così scorretto che ritengo infatti che proprio questi due brani rappresentino le vette di questo bellissimo EP d’esordio. Aspettiamo con grandi speranze i Plurima Mundi alla loro seconda prova.
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Alberto Nucci
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