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MILICA PARANOSIC |
Give to grow |
Electroshock Records |
2010 |
USA |
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Milica è una compositrice di origine serba che da anni vive a New York. Ha studiato presso la prestigiosa Accademia Musicale Juilliard, dove attualmente insegna. Nel Giugno del 2009 Milica ha lasciato New York per un breve periodo ed ha iniziato a studiare le percussioni del Ghana nel piccolo villaggio di Kopeyia, facendo anche volontariato come insegnante di inglese per i bambini delle scuole elementari. Da questo viaggio nasce anche il suo progetto “Give to Grow”, uno scambio culturale e musicale che permette a Milica di insegnare musica computerizzata ai suoi alunni ed è fonte di arricchimento reciproco ed integrazione di patrimoni artistici diversi. Questo breve CD (appena 30 minuti di musica) è uno dei frutti di questo particolare programma e riesce a fondere in maniera semplice visioni musicali che affondano le proprie radici in terreni diversi. Le sue creazioni sono molto lineari ed essenziali. Si basato per lo più su canti di ispirazione slava che vengono ad intrecciarsi, di quando in quando, con parti strumentali essenziali, realizzate con pochi strumenti (flauto, piano, violoncello), e scarsi elementi percussivi. La prima traccia, “Lastavice/Departures”, è interamente corale e la timbrica delle voci è maschile. Nella successiva “Kisa Pada” sono invece le voci femminili a prevalere, donando alla traccia una musicalità più argentina e vivace. La terza composizione, “Venus Song”, è delineata dalle note sottili del piano che accompagnano la voce di Roger Bonair-Agard che recita una poesia di sua realizzazione. La stessa formula si ripete anche per “I Am a Bird” in cui lo stesso autore recita un’altra poesia. “Lulla” presenta invece delle eteree suggestioni ambient ed elettroniche che fanno da sfondo ai delicati cinguettii del flauto e a voci dal sapore tribale. In “Duet” prevalgono gli aspetti percussivi, mentre nella traccia di chiusura, ai canti slavi si mescolano le percussioni africane, chiudendo quindi il cerchio etnico che unisce queste diverse culture. Un album dai suoni timidi e delicati che vale soprattutto come testimonianza di integrazione e fratellanza fra i popoli.
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Jessica Attene
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