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POLYFEEN Silhouetter Transubstans 2017 DAN

I Polyfeen erano una band formatasi nei primi anni ’70 che, parallelamente ad altre come Alrune Rod, Rainbow Band e Hurdy Gurdy, si fece notare in diversi concerti in giro per il paese, partecipando anche al celeberrimo Roskilde Festival nel 1972. La band non riuscì a pubblicare alcun album all’epoca ma di recente, nel 2005, una registrazione live alla Nysted Ungdomsskole, è stata pubblicata su LP col titolo “Langt Ude I Skoven”, mostrandoci una band in piena forma e autrice di un rock psichedelico dai suoni graffianti ma anche con atmosfere ampie e dilatate. E’ un peccato che al tempo la band non sia riuscita a continuare la propria attività.
Tre membri di quella band, ovvero Erik Hansen (voce), Finn Sørensen (chitarra) e Per Hugo Rotbøll Nielsen (organo) si sono dunque ritrovati nel 2014 per recuperare un po’ del tempo perduto; hanno aggregato due nuovi membri (Michael Stanley al basso e Frederik Leo alla batteria) e registrato un nuovo album contenente nuove composizioni e ri-registrazioni di alcuni vecchi brani che sono stati inclusi nell’album summenzionato.
Questo nuovo lavoro, pubblicato su LP e CD (con una bonus track), vede quindi nel suo lato A le tre nuove composizioni che mostrano un gruppo che pare non soffrire minimamente del passare del tempo, mostrandosi vitale e in grande forma. La musica, come già accennato, è un rock psichedelico in cui l’organo ha una grandissima importanza, percorrendo costantemente i solchi di queste canzoni e imbastendo con la chitarra un dialogo costante e incessante. Per chi ne avesse dimestichezza, si potrebbe accostare questa band ai connazionali Culpeper's Orchard o i già citati Alrune Rod, band queste ben più fortunate che vantano una discografia ben nutrita. Le canzoni, tutte della durata tra i 5 e i 6 minuti, hanno caratteristiche piuttosto omogenee e non si avverte minimamente il salto tra il lato A e il B, contenente 3 canzoni del vecchio repertorio, conosciute finora solo per le registrazioni di fortuna incluse nel primo LP. Il cantato potente e quasi declamatorio, utilizzato comunque con parsimonia, contribuisce a ricreare atmosfere antiche con questa musica che pare giuntaci direttamente da un’epoca d’oro.
Un album che, pur nella sua brevità (anche il CD, con la traccia bonus, non arriva ai 40 minuti), rappresenta una rivitalizzante immersione in un mondo affascinante ed incredibilmente attuale, almeno per come riescono a farcelo ascoltare i Polyfeen.



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Alberto Nucci

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