Home
 
PROTOCOLLO C Protocollo C Lizard Records 2019 ITA

E’ capitato che gruppi italiani degli ultimi anni abbiano tratto ispirazione dai molti gruppi svedesi (o comunque scandinavi) recenti; non mi era capitato finora di ascoltare un gruppo italiano che, non so quanto intenzionalmente, si rifaccia ai gruppi ed artisti svedesi dei primi anni ’70 o addirittura di fine anni ’60… quelli che facevano parte del movimento Progg. I piemontesi Protocollo C sembrano infatti avere come punto di riferimento niente meno che i mitici Hansson & Karlsson o anche Merit Hemmingson (e anche, più prosaicamente, i nostrani Calibro 35)… e solo per questo meritano in partenza quanto meno un minimo d’attenzione in più. Spazio quindi a lunghe cavalcate di Hammond (reale o imitato?), il quale si muove autonomamente e impetuosamente, dettando quasi sempre la melodia, supportato comunque da una bella chitarra e da una sezione ritmica che non è certo lì solo per far numero.
I Protocollo C sono un quartetto di Bra, città del formaggio, composto da Alessandro Aiello (tastiere), Marco Vona (chitarra), Daniele Saglia (batteria) e Alessandro Dellarocca (basso). Il progetto del quartetto in realtà è partito alcuni anni fa, prima con una serie di sessioni improvvisative allestite in una cantina per puro divertimento; il riascolto successivo delle registrazioni effettuate ha fatto però scattare la voglia di dare una forma compiuta a queste composizioni, originando una sorta di concept strumentale che consta di 10 brani che, secondo le intenzioni dei nostri, potrebbero essere utilizzati come ideale colonna sonora di immaginari spy movies d’annata.
I brani, di durata mediamente… media (pur con un picco che supera i 9 minuti, in occasione del brano finale), si sviluppano in maniera dinamica ma senza particolari accelerazioni, oscillando continuativamente tra rock sinfonico e psichedelia, con un approccio immediato e godibile, brillanti e dall’aspetto volutamente cinematico, come si diceva. La sequenza dei titoli sembra in qualche modo suggerire un certo filo logico e suggerire punti cardine di una storia di cui la band tuttavia affida l’immaginario sviluppo alla fantasia e sensibilità dell’ascoltatore, prendendolo idealmente per mano ma lasciando il susseguirsi e il dipanarsi delle situazioni alle sensazioni e alle emozioni individuali.
L’intero album costituisce musicalmente un tutt’uno che, pur nelle sue 10 scene, progredisce in modo autonomo e naturale, senza incantare né stupire ma accompagnandoci in modo positivo attraverso un percorso che lascia all’immaginario buona parte della fruizione.



Bookmark and Share

 

Alberto Nucci

Italian
English