Un'altra grande riscoperta giunge dall’America degli anni settanta, più precisamente da New York, 1972. I Ram sono stati attivi per un periodo di vita decisamente breve, circa un anno, ed un solo disco all’attivo... tanto basta per inserirli nel circolo dei grandi del circuito sotterraneo del rock a stelle e strisce. A dire il vero, non sembrano circolare molte informazioni a riguardo della stampa originale di "Where?(In Conclusion)", probabilmente il disco è circolato in pochissime copie come un’autoproduzione della band e, ovviamente, al giorno d’oggi l’originale trentatré giri dovrebbe valere un bel po’ di soldini. Comunque, a distanza di trent’anni, è assolutamente lecito affermare come i Ram siano stati un gruppo di livello assoluto, paragonabile ai grandi nomi del periodo. Come da tradizione, un lato del disco è occupato dalla suite di circa venti minuti, mentre l’altro lato comprende il materiale breve e/o più immediato del disco. L’impressione, ascoltando per la prima volta questa opera, può essere quella di un immersione totale nella prima metà degli anni settanta: dall’heavy rock alla psichedelia, jazz, blues, musica classica ed elettronica… Ancora strettamente legati allo spirito libertario psichedelico degli anni sessanta, con un’attenzione particolare rivolta verso tematiche sci-fi piuttosto oscure, i Ram non si sono posti il problema di piacere o di apparire sensati all’ascoltatore: in una sequenza senza freni di suoni ed immagini possiamo ascoltare i Van Der Graaf Generator di "H To He" che vanno a braccetto con Hendrix, abissali sguardi verso le profondità del cosmo (i Gong, gli Hawkwind…) e rock’n’roll anfetaminico, impressionanti aperture semi - acustiche e nevrosi Crimsoniane. Tutto questo, ovviamente, non sarebbe stato possibile senza una rovente prestazione strumentale davvero superba. Chissà cosa sarebbe successo ai Ram se le cose fossero andate in maniera diversa, invece di una prematura scomparsa....