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WILLIAM ''RED'' ROSSI Three WWR 2005 SVI

William “Red” Rossi, Bretone, nato a Brest nel 1967, dopo una carriera costituita primariamente da apparizioni concertistiche come chitarrista, arriva al debutto solista. William in questo cd suona la chitarra, appunto, le tastiere e canta, ma nella sua avventura vari amici lo accompagnano, amici di sicura e provata capacità. A partire dalla veste grafica, il prodotto si presenta in maniera estremamente raffinata ed una analisi della registrazione, produzione e missaggio ci porta a considerare il cd curato e ben fatto. I richiami ad una musica sospesa tra realtà e sogno vengono palesati nelle immagini contenute nel booklet, così viene subito facile capire cosa aspettarsi da “3Three”. In effetti i richiami a certo pop-prog alla Peter Gabriel con una spruzzatina di Pink Floyd sono ravvisabili qua e là, anche se personalmente trovo anche rimandi alla carriera solista di Robert Plant in particolar modo al periodo Now and Zen. Ma questi accostamenti, come al solito, sono utili solamente per indirizzare il potenziale ascoltatore, perché in definitiva lo stile particolare della musica offerta da William è innegabile. La componente derivativa, l’avere dei punti di riferimento e degli stili ispiratori non sminuisce “3Three”. Se una critica possiamo rivolgere al lavoro finale, forse potremmo permetterci di dire che la pronuncia inglese del cantato non ci soddisfa appieno, ma probabilmente peccheremmo di troppa puntigliosità. Le soluzioni intimistiche e la capacità di avvolgere l’ascoltatore non si possono cogliere al primo ascolto, infatti questo “3Three” non è uno di quei cd da ascoltare mentre si fa dell’altro, tuttavia non mi sento di sostenere una particolare complessità dei brani. Menzione particolare va fatta per la mini suite “Dreaming in your wedding dress”, il brano che chiude il cd e che rappresenta per certi versi il tributo di William al prog.
In definitiva una buona prova iniziale, adatta a chi ama sonorità rarefatte e, come già scritto, a metà strada tra l’onirico e il reale.

 

Marco Del Corno

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