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RED SAND Human trafficking autoprod. 2007 CAN

L'album d'esordio di questo gruppo canadese risultava gradevole, ancorché non certamente originalissimo, ricco di bei richiami ai primi Marillion,. Il suo follow-up perse quasi tutta la magia per presentare un Prog altrettanto privo di originalità ma, purtroppo, anche della gran parte dell'appeal. Questo "Human trafficking" continua in questa involuzione… non facendo grossi passi all'indietro e non riguadagnando nulla della strada persa. Il gruppo a dir la verità non è che esista in quanto tale ma ruota in pratica attorno alla figura di Simon Caron, chitarrista e tastierista, con vari cambi di formazione tra un disco e l'altro. La musica invece, a grandi linee, è ancora quella, una sorta di omaggio al new Prog inglese più melodico (Marillion e Pendragon su tutti), così com'è ancora quello l'autore dell'artwork, non brutto ma sinceramente poco azzeccato. "Human trafficking" è, come i suoi predecessori, di durata abbastanza contenuta ma questo, di per sé, non è che lo veda come un difetto (anzi…), alternando brani molto lunghi ad episodi più brevi: quattro i titoli qui presenti, due dei quali al di sopra dei 16 minuti. Quello che non funziona è proprio la musica che appare come un brodo allungatissimo costruito su una o due idee stiracchiate all'infinito, con melodie che non esaltano minimamente e un cantato dalle tonalità ben poco azzeccate per questo tipo di musica. La musica dei Red Sand è molto lineare, con ben poche variazioni; anche queste, quando ci sono, sono telefonate e non riescono proprio a coinvolgere, a stupire un minimo. Oltre tutto in questo CD si è perso anche il ricco suono di tastiere di Stéphane Desbiens (presente sul primo album) o Pierre Massicotte (sul secondo), cosa che, quanto meno, riusciva a solleticare i nostri sensi di patiti del Prog romantico. Insomma… personalmente io non so più cosa dire… anche un vecchio fan del new Prog, del Prog melodico e romantico saprebbe con difficoltà trovare punti a favore di quest'album che comunque non definirei proprio brutto ma… decisamente insipido.

 

Alberto Nucci

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