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RSC Czas wodnika autoprod. 1996 POL

Per la serie "forse non tutti sanno che..." il Prog in Polonia non è nato coi Collage; questo forse qualcuno non lo sa, e a molti non importa poi molto... un peccato, visto che il passato di questo paese ci offre validi gruppi e musicisti autori di album magari non indimenticabili, ma meritevoli sicuramente di essere conosciuti. Tra questi c'erano gli RSC, autori probabilmente (non è molto chiaro questo punto...) di un paio di dischi verso l'inizio degli anni '80. La vena finora tutta occidentale delle reunion di bands del passato sembra intaccare ora anche il rinato panorama progressivo dell'Est europeo, ed ecco che ci troviamo alle prese col nuovo lavoro di questo gruppo, apparentemente più in forma che mai. In passalo la loro vena artistica che li portava verso influenze che portano il nome di Kansas ed ELO poteva far sì di parlare di loro come di una band che suonava un proto-new-Prog, molto brillante nelle ritmiche e nelle situazioni musicali, basato tantissimo sul suono onnipresente del violino. Al momento attuale quelle sonorità sono ancora presenti ed il gruppo appare quanto mai attuale e, val la pena sottolinearlo, ispirato. New-Prog non vuol necessariamente dire (checché ne dicano i detrattori) musiche solo superficialmente elaborate e sonorità ultra-moderne; gli RSC fanno buon uso del loro Hammond e, quanto all'elaborazione, i loro 14 brani non saranno il non plus ultra, e qua e là affiorano anche brillanti episodi blueseggianti, ma la banalità non sta di casa qui. Sì, mi sono proprio goduto questo CD, e altrettanto spero di voi...

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

RSC Parakletos 1998 

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