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CORRADO RUSTICI TRIO (FEAT. STEVE SMITH & PETER VETTESE) Blaze and bloom – Live in Japan (CD+DVD) autoprod. 2014 ITA

Dopo un'attesa di quattro anni, Corrado Rustici pubblica la testimonianza discografica del tour di due settimane col suo speciale trio in Giappone, durante la primavera del 2010. Fino a poco tempo fa era solo possibile visionare alcuni video su youtube, peraltro a Fokuoka, cioè una tappa che non è stata riportata in questa pubblicazione. Da ciò che si poteva ascoltare, Corrado ed i suoi degni compagni di viaggio si producevano in una jazz/fusion in cui il chitarrista ci dava dannatamente dentro, libero di esprimersi coma da tempo non si sentiva. E già, perché nei suoi due album solisti, “The heartist” (1995) e “Deconstruction of post modern musicians” (2006), il nostro si esprimeva tramite soluzioni che non sempre rendevano giustizia al suo riconosciuto talento strumentale. Pareva che fosse frenato non si sa bene da cosa (forse da proprie idee compositive…), un po’ come accaduto spesso con gli assoli suonati per alcuni dei cantautori italiani da lui prodotti, che tanto sapevano di “vorrei ma non posso” (fanno eccezione le date del 1996 con Francesco De Gregori, da sentire soprattutto il concerto di Napoli di quell’anno).
Il nome storico del prog e del jazz-rock/fusion tricolore – con i partenopei Cervello, prima, e con gli anglo-italiani Nova, dopo – si era potuto fregiare negli anni di numerose e prestigiose collaborazioni (tra cui un certo Miles Davis…) ed oggi, finalmente, il pubblico può sentire i suoi complessi fraseggi, nudi e crudi, nella propria complessa libertà. Per far ciò, un fantasista che si rispetti necessita di qualcuno che gli copra le spalle, permettendogli così di esprimere a mente libera tutto il proprio talento; difatti, il trio è stato composto assieme al batterista statunitense Steve Smith (Journey e Vital Information, tra i tanti) ed al tastierista scozzese Peter Vettese. Scelta non certo casuale. Per quanto riguarda il primo, ritenuto fra i migliori drummer in assoluto, è inutile stare ad elencare tutte le collaborazioni con chitarristi e bassisti sia jazz che metal, tutti però accomunati dalla capacità di saper andare oltre al genere convenzionale di appartenenza; il secondo, invece, a 17 anni scappa di casa per andare suonare, va un po’ di qua e di là, finché ai primi anni ’80 risponde all’annuncio di tale Ian Anderson… e finisce nei Jethro Tull, divenendo poi anche uno stimato produttore. Insomma, ci sono tutti gli elementi per coinvolgere felicemente la platea nipponica amante di determinate sonorità “impegnate”, con la riproposizione di brani estrapolati prevalentemente da “Deconstruction…”. Ma sono soprattutto i due pezzi dei Nova, “Vimana” e “The Princess and The Frog” (scritta dal leggendario batterista Narada Michael Walden, che poi sostituì addirittura un certo Billy Cobham nella Mahavisnu Orchestra) a destare maggiore impressione, frutto di grande intensità e precisione, con controtempi ed assoli da far trattenere il respiro. Da rimarcare che in questo live non vi è alcun bassista e che le note del relativo strumento sono state riprodotte da Vettese. Lo stesso Rustici si mostrò stupefatto dalle capacità del tastierista di arricchire i brani grazie all’uso del bass pedal, sfornando anche preziosissimi assoli.
Magari qualcuno si sarebbe aspettato addirittura di più, avvertendo come “fredde” alcune composizioni, senza quel guizzo ulteriore e costante che invece si era potuto sentire a tratti. Beh, diciamo che è il genere stesso ad essere piuttosto cervellotico e a non lasciare molto spazio alle emozioni eclatanti. Ma probabilmente è anche un contesto che richiede un attimo di pazienza, portando poi a scoprire che vi sono sensazioni che possono essere assimilate e fatte proprie con più tempo. La stessa pazienza che ci vuole per “Loud Cloud”, dove si sperimentano i ritmi indiani konnakol ed in cui occorre attendere un bel po’ prima che ci si lasci andare a degli assoli degni di nota.
I nei di certo ci sono. L’audio non è esattamente eccezionale (ma ricordiamoci che si tratta di materiale live registrato in presa diretta) ed anche le immagini del DVD nell’edizione speciale non sono delle più nitide. In quest’ultimo supporto, inoltre, vengono riportati quattro brani, peraltro suonati anche sul CD. Però, osservare l’esecuzione di “Sushumna’s Dance” e “Vimana” è sicuramente un gran bel vedere e l’ascolto assume altre prospettive. Peccato per la totale assenza di “Dance of Life” che invece si può ammirare online in quella famosa data di Fokuoka, composizione ancora una volta di Narada Michael Walden, suonata a suo tempo proprio da Rustici. Resta il fatto che i brani estrapolati dalle date di Tokyo e Osaka in quell’aprile del 2010 faranno sicuramente la gioia degli appassionati del settore. In attesa che Corrado faccia la scelta di sciorinare la propria abilità chitarristica con stesure nuove di zecca e magari proporre anche il materiale escluso da questa pubblicazione per problemi di spazio.


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Michele Merenda

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