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DANTE ROBERTO The circle autoprod. 2017 ITA

Pianista, tastierista e compositore pugliese, il tarantino Dante Roberto ha dedicato da sempre la sua vita alla musica. Con alle basi un background squisitamente classico, si immerge in pieno nel progressive rock con questo lavoro interamente strumentale intitolato “The circle”. La “Dante suite”, posta in apertura dell’album, è una composizione suddivisa nelle prime tre tracce e che demarca subito delle linee guida ben indicative. Si parte con un “Preludio” di quasi due minuti, aperto dalle note classicheggianti del pianoforte e che prosegue in tono maestoso, con chitarra elettrica, tastiere orchestrali e ritmi epici. A seguire c’è il “Processionale”, che mantiene gli elementi altisonanti, grazie a soluzioni ritmiche da marcia, al crescendo imponente, al flauto (campionato) che guida quasi tutto il brano, all’eleganza della chitarra classica e alle tastiere e alla sei corde elettrica che nel finale conferiscono una certa potenza. La chiusura del trittico è affidata a “Speedy”, che come il titolo lascia intuire viaggia veloce e, mantenendo un fascino derivante dalla musica classica, ci porta quasi in quei territori cari a Yngwie Malmsteen. In “All change” si sente molto l’influenza di Emerson, Lake & Palmer, mantenuta anche quando tempi, chitarra e piano spingono verso sorprendenti variazioni dal sapore jazz-rock. Negli oltre dieci minuti di “Tra fuoco e fiamme” questo indirizzo va proprio a spingersi in un deciso avvicinamento alla fusion, con i vari strumenti pronti ad intrecciarsi tra di loro e ad alternarsi alla guida, con trasporto e maestria. Possiamo poi ascoltare il momento di alto romanticismo rappresentato da “Open your heart” o il pezzo che non ti aspetti, “Funky disco”, il cui titolo dice già tutto. In “Liseia”, invece, agli elementi classicheggianti, si affiancano quelle caratteristiche di aggressività e potenza già evidenti nella suite iniziale e si nota un forte avvicinamento al prog-metal e ai Dream Theater. Come ultima traccia c’è una “Toccata” che riporta le sonorità ad una fortissima vena classica/medievale, pur tra sorprendenti inserimenti danzabili. Arriviamo alle conclusioni e proviamo ad individuare i pro e i contro di un disco che, lo diciamo subito, ha molte note liete che contribuiscono a dargli fascino, ma anche qualche difetto che lascia delle perplessità. Dante Roberto, infatti, si mostra sicuramente esecutore abilissimo e si circonda di altri musicisti in grado di sostenere le sue idee e di rendere “The circle” un album tecnicamente ineccepibile. D’altro canto, però, proprio l’eccessiva ostentazione della padronanza degli strumenti sembra essere un freno ad una totale riuscita del disco. Freddo? Non esattamente. Però in alcuni momenti si ha l’impressione che quello che conta è soprattutto il fattore formale, la voglia di dare a tutti i costi un’impronta “colta” ad un tipo di musica a cui siamo già abituati (considerando che a modo suo va avanti da oltre quarant’anni) e di cercare poi di alleggerirla attraverso soluzioni che a volte cozzano col contesto. Abbiniamoci una registrazione con un volume troppo alto e con poca dinamica ed il quadro è completo e ci porta a dire che siamo di fronte ad un buon lavoro, non imperdibile, che con qualche accorgimento poteva essere ottimo e che ci fa comunque conoscere un personaggio che ha notevoli potenzialità.



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Peppe Di Spirito

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