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SPLINTER Devil's jigsaw autoprod. 2004 NL

Questa giovane band olandese è nata nel 2001 ed ha realizzato un paio di EP. Questo non dovrebbe essere ad ogni modo l'esordio su lunga distanza della band: il gruppo precisa infatti che si tratta di una raccolta ad uso privato di canzoni risalenti al 2003 (periodo di pubblicazione del secondo mini album) proposte al pubblico in un secondo tempo. Nonostante queste premesse, che suonano quasi come delle scuse, il prodotto non appare assolutamente approssimativo. Le canzoni sono complete e discretamente realizzate, anche se comunque non si tratta di un album eccelso in termini di creatività ed originalità. Il principale nome di riferimento al quale viene spontaneo pensare via via che scorrono i minuti è senza dubbio quello del convertito Neal Morse, il cui modo di cantare viene emulato in maniera sin troppo evidente. Addirittura la seconda traccia, che neanche a farlo apposta si intitola "Neon", con i suoi cori che ripetono ossessivamente la parola "light", fa pensare in maniera tutt'altro che subliminale al primo album delle Barbe che emerge prepotente persino negli arrangiamenti pianistici. Non mancano pezzi ultramelodici che riportano invece ai baronetti di Liverpool riguardo certi atteggiamenti stilistici. Il gruppo riesce anche a ritagliarsi le proprie occasioni per dimostrare al pubblico che con gli strumenti ci sa fare: vengono messi in bella mostra assoli di tastiere (le cui timbriche vengono scelte in maniera tutt'altro che casuale) e di chitarra. In altri frangenti, è questo il caso di "Paradox", i riff di chitarra si ispirano esplicitamente a Petrucci e soci. Viste le premesse non mi sbilancio in giudizi definitivi che riservo ad un eventuale prodotto discografico realizzato ad hoc. Spero comunque che la band riesca a costruirsi un'identità propria dal momento che le capacità certamente non mancherebbero.

 

Jessica Attene

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