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SAGA Trust Inside Out 2006 CAN

La lunga discussione sulla reale appartenenza dei Saga nel mondo del progressive-rock è tutt’altro che chiusa. Molti puristi sicuramente rigettano il pomp rock del gruppo canadese e tendono a considerarlo – al limite – solamente correlato al poliedrico e variegato calderone musicale in cui oggi si fanno convivere Dream Theater e Discus, Arena e SBB. Accostare diversi generi ed estrazioni musicali nel tentativo di trovare elementi di congiunzione diventa complesso e giustificare la presenza dei Saga nelle pagine di Arlequins può essere difficile. Tuttavia non mi sento in debito in questo senso e non credo sia necessario farlo anche perché sono convinto che chi si prenderà la briga di leggere queste poche righe, lo farà perché già fan della band canadese. Se ci fosse qualcuno che è arrivato fin qui e non conosce i Saga, farebbe meglio ad acquistare qualche altro lavoro della band, piuttosto che cominciare da Trust. Perché? Perché il cd in questione non fa altro che proseguire nella direzione intrapresa negli ultimi anni da Sadler e compagnia; poco aggiunge a ciò che è stato detto nelle ultime recensioni, anzi, riafferma in maniera forte la vena artistica (che sembra inesauribile) del gruppo. Le sonorità e la struttura dei brani non preannuncia grandi cambiamenti, se non un forse più deciso legame con i primi lavori ricordando a tratti le peculiarità musicali che caratterizzarono gli esordi. Questi elementi, come lo stile saltellante di Ian Crichton, la pomposità tastieristica di Jim Gilmour e la voce calda di Michael Sadler, sono tutti riscontrabili negli undici brani di Trust, così come le più recenti ricerche melodiche accattivanti che pur nella non banalità si insinuano nella nostra memoria musicale.
L’attacco del cd è nel puro stile Saga tanto che per il sottoscritto è stato un vero piacere scoprire e riscoprire le tracce del cd con crescente interesse, con ben in mente tutta la storia del gruppo, l’evoluzione e il percorso musicale intrapreso negli ultimi anni. Perché se si prende come esempio musicale della band, Trust poco aggiunge alla mirabile carriera dei Saga, tuttavia si incastra perfettamente nella visione d’insieme. Brani come “I’m ok” o “Footsteps in the hall” sono sicuramente notabili, così come “That’s as far as I’ll go” (brano d’apertura) e la title track stessa “Trust”, ma è inevitabile che, da fan sfegatato quale io sono, non possa puntare la mia e la vostra attenzione sul gioiellino che è “Ice in the rain”, naturale ponte di collegamento tra i Saga degli esordi e la nuova produzione. Ultima nota biografica: nel cd in questione il batterista è Brian Doerner (già batterista degli Helix tra altre collaborazioni), nuovo acquisto e degno successore di Steve Negus e Christian Simpson.

 

Marco Del Corno

Collegamenti ad altre recensioni

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