Diciamo subito che questo è un Greatest Hits, che raccoglie vari brani della carriera nell’arcinoto chitarrista, che per circa 15 anni ha suonato dal vivo con i Genesis, dopo l’abbandono di Hackett.
Più volte, ascoltandolo, mi sono trovato a chiedermi cosa sarebbe questo disco se al posto di alcune parti chitarristiche ci fosse stata la voce di Collins. Perché questa domanda, dirà qualcuno.
Ma veramente credete che un musicista possa suonare tre lustri al fianco di persone del carisma di Banks, Collins e Rutherford e uscirne indenne e con la sua personalità intatta? Levatevelo dalla testa. Questo disco suona, almeno per l’80%, esattamente come se i Genesis dei tre superstiti avesse deciso di passare alla fusion invece che al pop.
Non conoscevo nel dettaglio la discografia solista di Stuermer e, in effetti, non ho idea se effettivamente questi siano i migliori brani della sua produzione. Ritengo, comunque, che siano rappresentativi e che la rimasterizzazione sia venuta piuttosto bene, bilanciata e moderna, tanto da farlo apparire un CD pensato, scritto e registrato in un’unica sessione.
Come detto l’album suona molto Genesis, ma ovviamente non solo: c’è personalità e c’è gusto, c’è jazz-fusion molto trascinante e, soprattutto, c’è una sublime tecnica chitarristica, mai fine a se stessa, mai sbrodolante; complessa, ma fluida; padrona, ma non assillante. In una parola unica: elegante.
Tra i brani, tutti intorno ai 4/5 minuti, rimangono nell’orecchio “Wherever You Are” con le sue note lunghe e precise a creare una splendida melodia. “Higland Hip Hop” quasi una giga chitarristica e “The Last You Can Do” un fiume melodico che ricorda certe cose di Gambale o Di Meola. Tra le più Genesisiane vorrei segnalare “Determined” una sorta di “Abacab” versione fusion e Transatlantic un brano moooolto Rutherford way.
Disco consigliato a chi non conoscesse la carriera di Stuermer o per chi volesse 50 minuti di relax chitarristico di grande spessore.