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SHESHET Sheshet NMC 1977 (NMC 2007) ISR

Fra le produzioni prog più belle e suggestive prodotte in Israele possiamo sicuramente annoverare il primo album realizzato dagli Sheshet, gruppo formato grazie al sodalizio di diversi veterani della scena rock e jazz underground locale, fra cui Shem Tov Levy (flauto e voce e autore della maggior parte della musica), già membro degli Kzat Aheret (conosciuti anche come No Names), e autore di un interessante disco solista ("In the Mood" del 1976), e la cantante Judith Ravitz, che più tardi diverrà una star molto apprezzata nel panorama degli anni Ottanta del suo paese (ricordiamo l'album "Once And Forever" del 1979, realizzato assieme al pianista Yoni Rechter). Il gruppo non ebbe vita facile in relazione al suo approccio non convenzionale e non commerciale che non gli permetteva di raggranellare molte occasioni per suonare dal vivo e ben presto si sciolse. Solo in un secondo momento gli venne offerto un contratto discografico ed il gruppo si riunì appositamente, nel 1977, per incidere quello che per nostra fortuna possiamo ascoltare grazie a questa ristampa. L'album omonimo contiene nove tracce elettroacustiche dai suoni raffinati e dalle melodie ariose, con influenze jazzy e richiami deliziosi al folklore locale, intrecci vocali morbidi e delicate aperture sinfoniche. A differenza di molti gruppi israeliani che preferirono ispirarsi a modelli occidentali, la scelta degli Sheshet dimostra un amore sconfinato per le proprie tradizioni che traspare in maniera brillante in un tessuto sonoro ricco e raffinato, sia per il cantato in ebraico, sia per le sonorità che ispirano inebrianti fragranze mediorientali. Questa scelta medesima è stata condivisa dai più recenti Sussita e chi ha apprezzato questa band sicuramente troverà negli Sheshet dei raffinati precursori. Le sonorità sono sempre morbide e delicate, come nella stupenda traccia d'apertura dai suoni soft e dagli intrecci vocali suadenti, o come nell'elegiaca "Aquarel", costruita su ricami poetici di piano acustico, Rhodes e flauto che scorrono in maniera soffice su ritmi jazzati. Fra gli episodi più semplici ma pur sempre graziosi citiamo la romantica "Autumn Nights" (che apriva in origine il lato B del vinile) dal sapore quasi cantautoriale ma estremamente raffinata negli arrangiamenti, con chitarra acustica e flauto ed interpretata dalla voce alata di Judith. Ma le tracce più belle sono proprio quelle in cui vi è una maggiore contaminazione stilistica come in "Debka", il cui titolo richiama una danza tradizionale (un'analoga esperienza è stata fatta proprio nell'album dei Sussita), con intrecci vocali caratteristici che ci riportano alla cultura del medioriente, a cui presto si alternano riff inebrianti di chitarra elettrica attraversati da uno spigliatissimo pianoforte ed un flauto vivace. La traccia è lanciata e rappresenta un sorprendente crocevia di culture musicali diverse con un finale jazzy dominato dal piano, accarezzato in maniera veloce e vibrante, e dalla chitarra che si lancia nei suoi assoli su una base di basso palpitante. L'album è dominato da temi musicali caldi e passionali, sempre suadenti, raffinati e graziosi, interpretati con tecnica e sentimento, e a volte i ritmi esotici che accarezzano invitanti le nostre orecchie hanno quasi un vago sentore latino. Sicuramente si tratta di un'esperienza di ascolto piacevole ed interessante che non si chiude certamente col primo CD.
A questa edizione, stampata appositamente per il trentennale del gruppo, viene aggiunto un secondo CD della durata di 21 minuti che contiene la colonna sonora del film israeliano "The Stretcher March", dedicato alla guerra dello Yom Kippur del 1973 e considerato all'avanguardia e rivoluzionario per i suoi contenuti. L'album, ora per la prima volta edito su supporto digitale e che in pratica rappresenta la seconda ed ultima opera in studio degli Sheshet, fu stampato in pochissime copie su vinile nel 1977 ed è da considerarsi una vera rarità. Il cantato in quest'occasione è affidato (ove presente: in pratica nell'ultima traccia) a Gidi Gov che ha anche recitato nel film, e la musica non è meno complessa e piacevole rispetto al vinile di esordio. Forse le sonorità sono più oscure e drammatiche, in relazione probabilmente anche ai temi trattati nella pellicola; un esempio calzante è fornito dalla prima traccia, dai ritmi movimentati, che sfoggia anche un violino oscuro e tratti sonori simil-Canteburyani. Immaginando che i temi musicali si debbano adattare a sequenze narrative visive, riusciamo a spiegarci la loro vena paesaggistica e descrittiva; lungi dall'essere un mero sottofondo, le composizioni sono gradevoli, Cameliane, di ampio respiro e malinconiche, in opposizione allo spirito rilassato e romantico che emerge nel primo CD. Da notare che questo secondo album contiene una versione alternativa di "7/8", traccia già proposta nell'album di debutto, qui rielaborata con l'aggiunta del violino. E' evidente che questo secondo CD aggiuntivo si presenta come un complemento di valore e di grande interesse, motivo in più per procurarsi questa bellissima ristampa che tra l'altro si trova in vendita a prezzo contenuto.

 

Jessica Attene

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